Il Belgio festeggia re Philippe I

A-1

Forse non è il momento migliore, ma se avesse atteso ancora sarebbe stato, probabilmente, anche peggio. Alberto II, il re “non programmato”, il fratello minore noto soprattutto per la bellissima moglie e le relative crisi coniugali che l’hanno portato spesso e volentieri sulle prime pagine dei giornali di gossip (contribuendo a farlo conoscere ben prima dell’inattesa e improvvisa ascesa al trono) ha lasciato il posto al figlio. In fondo Philippe è ampiamente nell’età della ragione e Alberto, oltre ad avere abbondantemente superato l’età pensionabile, la sua parte l’ha fatta e anche bene, dicono. Ma proprio per questo motivo gran parte dell’establishment belga avrebbe voluto che restasse lì dov’è ancora un po’, a fare l’ago della bilancia, il punto di riferimento istituzionale, il “moderatore” in caso di crisi. Come ha già fatto nei lunghi e drammatici 541 giorni durante i quali il Belgio è rimasto senza un governo. E invece, mentre si avvicina un’altra complessa tornata elettorale (nel 2014 ci saranno contemporaneamente politiche, amministrative ed europee) Alberto di Sassonia-Coburgo Gotha, sesto re dei Belgi, ha deciso di andare in pensione. Perché è stanco e non sta tanto bene (ha avuto un infarto nel 2000) e i tour de force legati al suo ruolo istituzionale non li regge più con la baldanza e l’allegria di un tempo. Perché è ora di fare spazio alla nuova generazione, come ha detto la vicina e collega Beatrice dei Paesi Bassi. Perché in fondo se ha abdicato il Papa può farlo anche un re. A quasi 80 anni persino un sovrano può decidere di andarsene e lasciare il posto all’erede al trono (che fra l’altro di anni ne ha 53), se non fosse appunto che il momento è critici e sono in molti a non ritenere Philippe, il futuro re, solido e tenace come il padre.

A-1bis

Inoltre in Belgio l’abdicazione non è una prassi consolidata come nei vicini Paesi Bassi e Lussemburgo; in Belgio i re cessano le loro funzioni con la morte e l’unico “abbandono”, quello di Leopoldo III padre di Alberto, è avvenuto nel 1951 per cause di forza maggiore e alla fine di un periodo difficilissimo e molto controverso. Quello di Leopoldo III, infatti, non è stato un atto volontario, ma l’unica strada percorribile di fonte all’ostilità di una intera nazione nei confronti del suo re.

A-2

Ora è diverso, Alberto se ne va amato e rispettato (con una sola zona d’ombra, quella della figlia illegittima di cui ha ammesso l’esistenza, ma con la quale non vuole avere contatti, decisione che sono in molti a non comprendere) come ha dimostrato il tour per le province di questi ultimi giorni. « Il suo – dice lo storico e giornalista belga Patrick Weber – è stato un regno difficile, costellato da crisi più o meno gravi, dall’affaire Dutroux alle empasse politiche, ma è riuscito a superare tutto». Fondamentale il contributo di Alberto al mantenimento dell’unità della nazione e secondo Weber il pregio maggiore del sovrano è proprio la sua «belgitudine». Sono in molti a ritenere che Alberto II – primo sovrano del Belgio federale – abbia salvato le istituzioni inoltre è considerato uno degli ultimi simboli della fragile unità nazionale specie dal 2007 quando è scoppiato un grave conflitto politico fra walloni e fiamminghi. Per anni, instancabilmente il re lavorato dietro le quinte, cercando di aiutare le due comunità a trovare un accordo, ricevendo i capi dei partiti politici, facendo sempre del suo meglio perché si arrivasse a una mediazione.

A-2bis

Che Alberto II avesse intenzione di lasciare la corona prima o poi era cosa nota, in Belgio e altrove e il Primo ministro Elio Di Rupo – dal 6 dicembre 2011 alla guida di quello che potrebbe essere definito un “governo di salute pubblica” – gli aveva chiesto un momento di riflessione prima di prendere la decisione definitiva.

Tutti, assolutamente tutti in Belgio, erano convinti che re Alberto sarebbe rimasto sul trono almeno fino alla formazione del prossimo governo, cioè dopo le elezioni del 25 aprile 2014 per gestire con la sua esperienza e autorità una eventuale crisi politica, ma visto che il sovrano pare abbia fatto sapere di non voler andare avanti, in fondo questo è proprio l’unico momento possibile.

A-13

Il mondo politico belga – assicurano gli addetti ai lavori – praticamente sarà in campagna elettorale dalla fine dell’estate e quindi era assolutamente necessario che l’abdicazione e la presa di potere del nuovo re diventassero un argomento di discussione e magari di discordia. In questo modo Philippe avrà quasi un anno di tempo per “ambientarsi” e prendere confidenza con le sue funzioni, prima di arrivare al momento cruciale delle elezioni. La domanda fondamentale che tutti si stanno facendo il Belgio è però un’altra: «il nuovo re è pronto ad assumere l’incarico»?

Be’ speriamo che lo sia. Il duca di Brabante è erede al trono da quasi tutta la vita, praticamente dal momento in cui divenne tristemente certo che Baldovino e Fabiola non avrebbero avuto figli. Philippe è stato educato – dallo zio principalmente – per essere re. Che non lo sia diventato alla sua morte è stata una scelta dettata dalle difficoltà del momento, ma in teoria la corona sarebbe dovuta passare proprio a lui. Un uomo politico belga che ha voluto rimanere anonimo d’altronde ha dichiarato che Philippe «se non è pronto adesso non lo sarà mai», ma tutti coloro i quali lo hanno incontrato sono fiduciosi.

A-4bis

Perché il sovrano del Belgio non ha un ruolo puramente rappresentativo, il Capo dello Stato è importante, per non dire cruciale nel corso dei negoziati che seguono le elezioni federali. Il re ha un ruolo importante di “facilitatore”: è lui che con può aiutare con discrezione ad avvicinare i punti di vista, a persuadere gli uomini politici ad assumersi le loro responsabilità quando i negoziati sembrano ormai ad un punto morto. Alberto II ha fatto tutto ciò, per esempio nel discorso in occasione della festa nazionale del 2011 quando ha esortato la classe politica a osare dei compromessi.

A-3bis

Philippe avrà l’autorità necessaria per sbloccare delle situazioni complicate o disperate? Stéphane Bern notissimo giornalista esperto di teste coronate crede che Alberto abbia fatto «meravigliosamente il suo lavoro; ha saputo guidare il Belgio per venti anni, ha retto contro i populismi e le forze centrifughe. E questo è ancora più apprezzabile considerando che non era stato preparato a regnare». Secondo Bern Alberto II ha deciso di abdicare non tanto per ragioni di età ma perché le crisi politiche belghe l’hanno profondamente sfibrato. Quando a Philippe il giornalista è sicuro che il futuro re sarà un ottimo sovrano: «il principe ereditario è un uomo molto intelligente e competente e ben preparato». Certo ha un punto critico, la sua minore popolarità nelle Fiandre dovuta al fatto che non parla bene la lingua. «Ma il film “Il discorso del re” ha provato che si può comunicare male ed essere ugualmente un buon sovrano».

Da oggi dunque il Belgio avrà un nuovo re e il 2013 sarà di sicuro ricordato come l’anno delle abdicazioni: quella di papa Benedetto XVI (che non sarà più papa-re ma resta sempre un monarca nel suo piccolo Stato) impensabile a priori e in qualche modo sconcertante che ha aperto una strada e avviato la discussione sulla questione degli incarichi a vita; poi il passaggio delle consegne, sereno e festoso anche perché ormai prassi consolidata di Beatrice dei Paesi Bassi che ha dimostrato con quanto orgoglio e soddisfazione sun sovrano può guardare il proprio figlio prendere il suo posto.

Per la prima volta nella sua storia il paese avrà un re in carica e un re in pensione e ben tre regine, quella in carica, la bella Mathilde, una pensionata Paola e una vedova Fabiola. Resta da capire quali saranno i ruoli e gli incarichi degli ex sovrani anche se molti ritengono che passeranno molto tempo nelle loro proprietà delle Ardenne e del sud della Francia. E’ invece già ufficiale che sarà la principessa Astrid, secondogenita di Alberto, a prendere il suo posto di Philippe alla guida delle missioni economiche all’estero.

Ecco il programma per la giornata dell’abdicazione e del passaggio di consegne che coincide con la Festa nazionale.

ore 9 – Te Deum nella Cattedrale di Bruxelles
ore 10 e 30 – Cerimonia di abdicazione di re Albert II del Belgio nel Palazzo Reale di Bruxelles
ore 12 – Giuramento di re Philippe I davanti alle Camere riunite nel Palais de la Nation
ore 14 e 10 – Omaggio del nuovo sovrano al Soldato Ignoro, Colonne du Congrès
ore 16 e 05 – Re Philippe passa in rivista le truppe civili e militari
ore 17 – Sfilata militare e civile, place des Palais
ore 23.00 – La famiglia reale assisterà ai fuochi artificiali che saranno tirati dal Palais des Académie

La diretta delle cerimonie la trovate qua http://www.rtbf.be/livecenter/ e nella misura in cui mi sarà possibile sarò connessa tutto il giorno anche questa volta senza moderazione dei commenti per una chat live.

Copyright foto: Hola.com, Getty Images, Zimbio

A-concerto

Il concerto di ieri sera – sabato 20 luglio – al Palais des Beaux Arts

TeDeum

L’applauso a futuro re durante il Te Deum

Alberto-ParisMatch

Le lacrime della regina Paola durante il Te Deum

Mathilde-Philippe_inside_full_content_pm_v8

L’ovazione a Philippe e Mathilde al loro ingresso nella cattedrale di Bruxelles

Abdicazione

La cerimonia dell’abdicazione, l’abbraccio di padre e figlio

969232_10151473882362161_1442474671_n

1075633_10151473881727161_440543163_n

le tre regine

Vive-le-roi-Philippe_article_landscape_pm_v8

il nuovo re durante il giuramento

Philippe

Philippe2

BELGIUM-MONARCHY/

Philippe4

copyright foto lalibrebelgique.be, Reuters

Un breve riassunto della giornata dal sito dell’agenzia Ansa:

“Dobbiamo essere uniti nella diversità, che il nostro Paese sia un esempio per l’Europa”, ha detto il Alberto II, ringraziando anche la moglie Paola che si è commossa. L’atto è stato firmato nella sala del trono da tutti i ministri e dal premier Elio Di Rupo, e Philippe, non ancora re, dovrà ora recarsi al Parlamento riunito per giurare davanti a deputati e senatori. La cerimonia di abdicazione si è svolta metà in fiammingo e metà in francese, come tutte le cerimonie ufficiali in Belgio. Ma, a dimostrazione della divisione del Paese, la tv francofona traduceva le parti in fiammingo, quella fiamminga non aveva invece la traduzione in francese. “Philippe – ha detto re Alberto II nel discorso di abdicazione –  tu hai tutte le qualità di cuore e intelligenza per servire molto bene il nostro Paese nelle tue nuove responsabilità. Tu e tua moglie Matilde avete tutta la nostra fiducia. Tua madre ed io ti facciamo i migliori auspici di pieno successo per questo incarico a cui tu sei ben preparato”. “Un grande grazie e un grosso bacio a mia moglie Paola”: così il re uscente Alberto II, nel suo discorso di abdicazione, ha rotto per qualche secondo l’etichetta della cerimonia usando un termine metà francese metà inglese, ‘gros kiss’, per rendere omaggio all’italiana Paola, che “mi è stata vicina in tutti questi anni”. Prima apparizione ai sudditi per il nuovo re: dopo il giuramento al Parlamento, Filippo è tornato al palazzo reale per affacciarsi e salutare i migliaia di belgi che lo attendevano davanti alle transenne del palazzo. Il re è stato raggiunto dalla moglie Matilde, e poi dalla precedente coppia reale, cioè suo padre Alberto e sua madre Paola. Poi sono comparsi anche i quattro figli della coppia. Alberto, che ha abdicato, mantiene però la qualifica di ‘re’, come onorificenza.

Previous Post

Royal pets per dire no all'abbandono

Next Post

Baby Cambridge è in arrivo...

error: Content is protected !!