Malmaison e le sue rose, il regno magico di Joséphine

Il 21 aprile 1799 Joséphine de Beauharnais acquista la Malmaison piccolo castello circondato da terre e boschi e, tempo pochi anni, accanto a questa dimora tutto sommato modesta, allestisce un lussureggiante giardino e un magnifico roseto

Joséphine e le rose di Redouté
Questa passione per la botanica è solo il capriccio di donna frivola e dalle mani bucate che spesso acquista in modo compulsivo abiti e gioielli? Forse, ma non solo. Alla Malmaison la moglie del generale Bonaparte torna indietro nel tempo, all’epoca della sua infanzia felice e spensierata in Martinica, dove era a diretto contatto con una natura prorompente e sensuale.
Nel suo giardino Joséphine coltiva piante rare e cerca di far acclimatare specie vegetali esotiche ottenute grazie a botanici, famosi vivaisti e agli studiosi del museo di Scienze Naturali di Parigi. Come molti appassionati Madame Bonaparte è anche generosa e quando, grazie alle sue relazioni privilegiate, riesce a ottenere piante e semi rari riportati in patria dagli esploratori francesi condivide sempre con altri i suoi tesori.
Circa 200 piante “nuove” fioriscono per la prima volta in Francia proprio nei giardini della Malmaison, fra queste la magnolia porpora, la peonia arbustiva, l’hibiscus, la camelia e la dalia. Ma l’affascinante giardino della romantica Joséphine è famoso anche e soprattutto per le rose, oltre 250 specie diverse provenienti da tutto il mondo, dal’Asia centrale, dall’Europa e dalle Americhe. Ci sono rose di ogni colore, forma, profumo, rose arbustive e rose coltivate in vaso; nulla è troppo bello e troppo raro per l’imperatrice dei Francesi la quale, nel 1805, chiede a J. P. Redouté di dipingere le sue piante più belle. L’illustratore realizza 120 tavole che saranno pubblicate in un album dal titolo “Le jardin de la Malmaison” e renderanno celebre il suo autore e immortali le bellissime rose di Joséphine.
Perché gli splendori della Malmaison, e anche il suo lussureggiante giardino, dureranno purtroppo solo il tempo dell’Impero come se il nome fosse un presagio.

La storia della Malmaison

La Malmaison, mala mansio, ovvero la “cattiva casa”, viene chiamata così forse per la sua posizione insalubre o per la presenza di un antico lebbrosario, ma più probabilmente per i ricordi non piacevoli che i normanni invasori, risaliti dalla Senna, lasciano nella zona. Alla fine del Settecento il castello e le terre appartengono a un banchiere la cui moglie tiene un elegante salotto letterario, ma la coppia semirovinata dalla rivoluzione decide di vendere la proprietà. A Joséphine il luogo piace immensamente e ne propone l’acquisto al generale Bonaparte, il quale aveva espresso il desiderio di avere una casa di campagna. Questa, a soli quindici chilometri da Parigi, immersa nei boschi, con pascoli e ricche terre coltivate a frumento, sembra l’ideale. Lui però ha altro da fare, è atteso in Egitto per una nuova campagna militare e lascia tutto in mano alla moglie. Joséphine si fa convincere nell’aprile 1799 diventa la proprietaria della sua prima casa. A dire il vero a saldare tutti i conti sarà poi Napoleone, ma è un dettaglio; lei adesso si sente una castellana e dà il via a consistenti lavori che interessano gli interni della dimora, ristrutturati da due architetti di grido, mentre l’esterno viene affidato alle cure di un celebre paesaggista Jean Marie Morel noto come il “padre dei giardini all’inglese”. Joséphine, che non si stancherà mai di ingrandire la proprietà (i 60 ettari iniziali nel 1814 sono diventati 726 di cui 70 di parco recintato), non ama i classici giardini alla francese ma preferisce la natura libera in stile anglosassone.
L’amore che la futura imperatrice mette nel rifacimento della sua Malmaison sono molto comprensibili, questa dimora è per lei il primo punto fermo dopo un matrimonio fallito, il Terrore che l’ha portata a un passo dalla morte, la vedovanza, gli anni difficili.
A dispetto di un nome non precisamente allegro, alla Malmaison, Joséphine de Beauharnais passa alcuni dei suoi momenti più felici. Con e senza Bonaparte. Il piccolo e tutto sommato modesto castello è per quindici anni la vera e unica casa della bella creola diventata imperatrice dei francesi. Raffinata, elegante e molto spendacciona, Joséphine allestisce una dimora a sua immagine e somiglianza, ristrutturando e ampliando il tutto con molto gusto ma, naturalmente, senza badare a spese. Il risultato è che ancora oggi lo spirito della bella moglie del primo console autoproclamatosi imperatore aleggia in ogni angolo dell’edificio con il tetto di ardesia; il gusto sicuro di Joséphine si vede nei saloni al piano terra, nelle camere del primo piano, nel giardino, nei boschetti.

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Napoleone alla Malmaison

In questa casa anche Napoleone si rifugia spesso e volentieri, ci lavora, elabora progetti importanti e fra il 1800 e il 1802 molte riunioni del governo si tengono nei saloni al piano terra. Diventato imperatore, preferirà altri luoghi più solenni e ufficiali, mentre per la moglie la sua casa resta il luogo della fuga dai formalismi e dall’etichetta. Nel suo castello della Malmaison Joséphine si rifugia dopo il doloroso divorzio del 1809 e, nonostante la nuova sposa Maria Luisa non gradisca avere una ex prima moglie a una distanza tanto ravvicinata, l’imperatore, un po’ tormentato dai sensi di colpa, la lascia nella sua vecchia proprietà. Napoleone torna alla Malmaison, diventata quasi un simbolo dei momenti di gloria e di felicità, all’inizio della folle avventura dei Cento giorni e subito dopo Waterloo, ma Joséphine non c’è più, ha preso freddo durante una visita dello zar Alessandro ed è morta il 29 maggio 1814. La ex imperatrice lascia armadi pieni di vestiti e cappelli, una quantità di brillanti, perle e zaffiri montati in splendide parure e un magnifico giardino di rose.
La Malmaison non sopravvive di molto alla scomparsa dell’imperatrice; gli eredi non hanno i mezzi per curare l’enorme tenuta che quindi finisce con l’essere venduta pezzo dopo pezzo. Oggi restano un parco di sei ettari che conserva ancora tracce della grande passione di Joséphine per la botanica e un piccolo castello pieno di ricordi di una donna decisamente poco ordinaria.

Il sito ufficiale della Malmaison —> https://musees-nationaux-malmaison.fr/chateau-malmaison/

Qui di seguito una serie di libri interessanti per approfondire il tema.

Vi segnalo anche il recentissimo lavoro di un amico il generale Paolo Capitini, appassionato di storia napoleonica e docente di Storia militare presso l’Università della Tuscia “Il cammino per Waterloo” ed Libreria Militare.

–> http://www.edizionilibreriamilitare.com/camminowaterloo.html?fbclid=IwAR1PW6D3jNwyC0g4M201WQPhpt-p_G4lpzy8BauNHO6bhbgeLPP9o9WAndM

ps… da giorni mi consulto con le mie amiche blogger – ciao Donna Bianca, ciao Silvia Ceriegi – sul tema “post di Natale”. Mi sono chiesta cosa scrivere, quale argomento natalizio/stagionale trattare, quale foto scegliere e poi alla fine visto che, parafrasando Miranda Pristley “il Natale a dicembre? Avanguardia pura”, eccomi qua con un post sulla Malmaison e le rose di Josèphine. In fondo dopo anni di cronaca e di decisioni imposte dai capi redattori adesso posso ben permettermi di fare scelte autonome in barba al piano editoriale, che peraltro non ho, e poi io adoro le rose.

Detto ciò Buon Natale e felice inizio del Nuovo Anno a tutti i lettori e lettrici di AltezzaReale.com che, fra l’altro, il 12 gennaio compie 10 anni.

 

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Ciao 2018 sei stato un anno davvero molto interessante

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