5 gennaio 1938: nasce a Roma il futuro re di Spagna

Re di Spagna, il battesimo di Juan Carlos

Il 5 gennaio Juan Carlos di Borbone re di Spagna “emerito” compie 80 anni. Il sovrano, la cui presenza è stata decisiva per il ritorno della democrazia in Spagna dopo gli anni della dittatura franchista, è nato a Roma e ha rischiato di venire al mondo in un cinema.

In un gelido pomeriggio di inizio gennaio del 1938 una signora elegante, accompagnata da un gentiluomo più anziano, abbandona rapidamente, a metà proiezione, la sala di un cinema romano. La giovane donna è in avanzato stato di gravidanza e, nonostante le previsioni dei medici, il bambino ha fretta di nascere. Il giorno dopo, 5 gennaio, alle 13 e 15 nella clinica anglo-americana di via Nomentana, dona Maria de las Mercedes de Borbòn y Orléans dà alla luce un maschio. Suo marito, l’infante don Juan de Borbòn y Battemberg, non è presente perché i medici gli avevano assicurato che il parto non sarebbe avvenuto prima della fine del mese ma, appena avuta la notizia, rientra precipitosamente nella capitale per prendere fra le braccia suo figlio. In clinica viene accolto dal padre Alfonso XIII che gli fa uno scherzo presentandogli un bambino con gli occhi a mandorla (in realtà figlio di una segretaria dell’ambasciata cinese); qualche anno dopo don Juan dirà che in quel momento avrebbe preferito il bimbo cinese perché ad un primo sguardo il suo erede non è uno splendore. Il futuro – e molto affascinante – re di Spagna, nato di otto mesi è, per ammissione della sua stessa madre “molto molto brutto”. Il neonato, che pesa 3 chili e ha quantità di capelli di un rosso sfolgorante (come nota con un certo divertimento la dottoressa Livia Parisella, il medico che l’ha aiutato a venire al mondo) rappresenta il futuro di una dinastia colpita da varie disgrazie e, al momento, è l’erede di un trono che non esiste più.

Re di Spagna, Juan Carlos e don JuanIl futuro re di Spagna con il padre don Juan

Dona Maria de las Mercedes era al cinema con il suocero, l’ex re di Spagna Alfonso XIII, che vive in esilio a Roma dopo essere stato costretto adabbandonare la corona nel 1931. In quegli stessi primi giorni del 1938 in Spagna, precipitata in una sanguinosa guerra civile, si sta combattendo a Teruel una delle battaglie più cruente di tutto il conflitto. Il 6 gennaio L’A.B.C., quotidiano monarchico di Siviglia, annuncia la nascita del bambino, ma in realtà l’evento passa del tutto inosservato.

Il re di Spagna nato a Roma

Il 26 gennaio, l’erede dei Borbone di Spagna riceve il battesimo dalle mani di Monsignor Pacelli, futuro Pio XII. Al bambino vengono imposti i nomi di Juan come il padre, Carlos come il nonno materno, Alfonso come il nonno paterno e Vittorio in omaggio al re d’Italia. La madrina è la nonna paterna la regina Vittoria Eugenia, mentre il padrino è il nonno materno don Carlos. Al piccolo re Alfonso XIII concede subito il più prestigioso ordine dinastico, il Toson d’Oro.

In famiglia è Juanito, secondo l’usanza spagnola che trasforma spesso in diminutivo il nome quando padre e figlio sono omonimi. Juanito diventa Juan Carlos quando, anni dopo, andrà a studiare in Spagna e il regime franchista vuole evitare confusioni con don Juan. “Per la cerimonia era stata scelta la cappella dell’Ordine di Malta in via Condotti – ha ricordato Juan Carlos nella famosa biografia scritta da Josè Luis de Villalonga – perché si trovava a due passi dal palazzo Torlonia, il cui proprietario Alessandro Torlonia, principe di Civitella Cesi, aveva sposato mia zia, l’infanta Beatrice, sorella di mio padre”. Infatti il ricevimento si tiene proprio a palazzo Torlonia e, nonostante la nascita di un erede sia un momento importante per qualunque dinastia, l’avvenimento viene celebrato con discrezione e fra pochi intimi, tra cui la regina d’Italia.

Ma cosa ci fanno a Roma questi Borboni spagnoli? In realtà nulla, ma l’Italia sembra un porto tranquillo e sicuro. Alfonso XIII aveva trascorso un anno e mezzo in Francia, ma la giovane repubblica spagnola aveva fatto pressioni sul governo francese affinché l’ex sovrano fosse espulso. Il re quindi si stabilisce nella capitale italiana e prende alloggio in una suite del Grand Hotel di via Condotti, mentre la moglie Vittoria Eugenia preferisce ritirarsi a Losanna ufficializzando una separazione che esiste di fatto da anni.

Nel frattempo don Juan, terzogenito e quindi apparentemente lontano dal trono aveva iniziato la carriera in Marina e costretto a seguire la famiglia nell’esilio, ottiene in quanto pronipote della regina Vittoria, di essere ammesso alla scuola navale di Dartmouth e nel 1932 re Giorgio V lo nomina King’s Cadet. Questo soggiorno in Inghilterra è fondamentale per la formazione del principe che nel paese natale della madre fa il suo apprendistato politico e sociale, ma qualche anno dopo, in virtù delle rinunce dei fratelli maggiori (il principe delle Asturie è emofiliaco, il secondogenito sordomuto), don Juan si ritrova ad essere l’unico erede diretto della monarchia.

L’infanzia italiana del re di Spagna

A Roma il principe rivede Maria de las Mercedes di Borbone-Sicilia (figlia del principe Carlos di Borbone-Sicilia e della sua seconda moglie, la principessa Luisa d’Orlèans, francese ma spagnola da parte di madre) che sposa nell’ottobre del 1935. Dopo una lunga luna di miele la coppia si stabilisce in Francia, a Cannes, dove nel 1936 nasce la prima figlia, Maria del Pilar, ma il governo del fronte popolare fa capire che l’ex famiglia reale spagnola non è un’ospite gradita e don Juan, costretto a cercare un’altra sistemazione, alla fine sceglie anche lui la città eterna. L’Italia non è la soluzione ideale per un uomo che svolge una intensa attività politica, ma nella capitale già vivono l’ex re Alfonso XIII e l’infanta Beatrice, la quale in un primo tempo ospita il fratello a palazzo Torlonia. Successivamente don Juan stabilisce la sua famiglia al n.112 del viale dei Parioli; il quartiere è chic, ma le finestre degli appartamenti “reali” danno su una salumeria, un salone di parrucchiere e una profumeria; però la villetta dove il futuro re passa i suoi primi mesi di vita, ha avuto un proprietario famoso poiché è stata la residenza del celebre baritono Titta Ruffo.

Re di Spagna, Alfonso XIII con i nipotiAlfonso XIII con i nipoti, al centro il futuro re di Spagna

Nella capitale italiana Juanito vive come un qualunque bambino della buona borghesia; ha una nurse svizzera che lo porta nel magnifico parco di Villa Borghese e insieme ai cugini Alessandra e Marco Torlonia scopre i fasti di una delle più belle residenze nobiliari romane, ricca di opere d’arte e di tesori quasi quanto una dimora reale. Nel grande palazzo sulla via Condotti, dove vige ancora all’epoca una certa etichetta, in quei saloni immensi, fra uno stuolo di servitori, Juanito forse ha modo di percepire la differenza tra lo stile di vita dei principi di Civitella Cesi e l’austerità borghese della casa paterna.

Quattordici mesi dopo la nascita di Juan Carlos, dona Maria de las Mercedes dà alla luce una bambina, Margarita, che diventa la compagna di giochi preferita del fratello maggiore. Juanito adora questa bimba, quasi completamente cieca a causa di una malformazione della retina, e con lei è attento e paziente; meno idilliaci sono i rapporti con la sorella maggiore Pilar, ma è l’ultimogenito Alfonso, nato nel 1942, il vero grande amico del futuro re.

Re di Spagna, Juan Carlos con i genitori e i fratelliIl re di Spagna con i genitori e i fratelli

Re Alfonso XIII muore nel 1941 e don Juan sceglie un titolo apparentemente insolito: conte di Barcellona. In realtà si tratta di una scelta precisa, l’erede in pectore della corona sfida il regime franchista e al centralismo esacerbato della dittatura che sta attuando una feroce repressione contro l’antica Generalitat della Catalogna; inoltre, nel Medioevo, proprio i conti di Barcellona erano stati il simbolo di quella resistenza grazie alla quale si era a conservata l’identità della nazione catalana. Poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia la famiglia reale spagnola si trasferisce in Svzzera perché don Juan, ex ufficiale della Royal Navy e inglese per parte di madre non vuole dare l’impressione di approvare il fascismo e le azioni belliche contro quella che considera la sua seconda patria.

Juanito inizia la sua carriera scolastica in Svizzera, prima a casa con dei precettori, poi nel collegio dei padri marianisti di Friburgo ma nell’aprile del 1946 il pretendente al trono spagnolo decide che è ora di abbandonare la calma delle montagne svizzere per avvicinarsi alla sua terra di origini e si stabilisce con la famiglia a Estoril in Portogallo. Un anno e mezzo dopo don Juan decide di accettare la proposta di Francoche gli offre la possibilità di far studiare il figlio in Spagna nella prospettiva di una futura restaurazione della monarchia. Juanito parte l’8 novembre 1948 e questa scelta cambierà per sempre la sua vita.

 

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