I Tesori del Re in mostra a Torino
Il nostro inviato speciale a Torino ci racconta l’inaugurazione – e la sua visita in anteprima – di un luogo straordinario: il caveau sotterraneo della Biblioteca Reale. E scoprirete come mai Leonardo da Vinci è finito nella capitale del ducato sabaudo.
Per chi ama i libri entrare alla Biblioteca Reale di Torino è come penetrare in uno scrigno di meraviglie e non basterebbe forse una vita intera per scoprirne tutti i segreti. Il nucleo più antico delle collezioni risale ad Amedeo VIII primo duca di Savoia che eredita la passione per i codici miniati dal nonno, il duca di Berry [quello delle famose Très riches heures n.d.r.]. Da allora ogni sovrano incrementa le raccolte fino ad arrivare a Carlo Alberto che, salito al trono nel 1831, decide di mettere ordine nelle collezioni reali creando la Biblioteca Reale, la Galleria Sabauda e l’Armeria Reale che oggi insieme ad altri musei hanno dato vita al Polo Reale.
Proprio grazie alla sua passione per le raccolte dinastiche nel 1837 decide allestire un ambiente adatto ad ospitare i suoi capolavori, così su progetto di Pelagio Palagi la rimessa di carrozze presente sotto la galleria del Beaumont che ospita l’Armeria Reale viene interamente trasformata in una sala di consultazione, un tempio del sapere dove vengono sistemati tutti i libri del re. Grazie anche al bibliotecario Domenico Promis l’istituzione cresce e si sviluppa, lo stesso Carlo Alberto compie importanti acquisizioni aggiudicandosi disegni dei più importanti maestri italiani e stranieri, tra cui nel 1839 spicca su tutti l’autoritratto di Leonardo da Vinci. Nel 1898 viene organizzata la prima mostra al pubblico e oggi la Biblioteca Reale è il luogo della memoria del Polo Reale e della storia d’Europa. Vi sono conservati 200.000 volumi, 4.500 manoscritti, 5.000 cinquecentine, 1.112 periodici, oltre 3.000 disegni, 187 incunaboli, 400 album fotografici insieme a carte geografiche, stampe e incisioni. Numeri da capogiro!
La mostra “Leonardo e i Tesori del Re” inaugura al il nuovo caveau sotterraneo, in aggiunta a quello edificato nel 1998, in cui vengono resi visibili al pubblico i capolavori della biblioteca. Con quest’opera di 110 metri quadrati costata un milione di euro e interamente finanziata da enti privati – Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Consulta di Torino – è stato compiuto un passo fondamentale per Torino e per il Polo Reale.
La mostra, che ho visitato in anteprima (dopo la presentazione dell’intervento) è un’occasione unica per ammirare opere che raramente vengono esposte. Una volta attraversata tutta la sala di consultazione dove per l’occasione sono collocati nelle vetrine incunaboli, cinquecentine e autografi di Tasso, Alfieri e Manzoni si scende nei caveau e inutile dire che si rimane senza fiato quando si è davanti ai tesori raccolti in queste due sale blindate sotterranee. La prima è quella del 1998 dove uno di fianco all’altro nelle vetrine fanno mostra di sé l’autoritratto di Leonardo, il codice del volo, dieci suoi schizzi tra cui il ritratto di fanciulla, forse il più bello tra tutti e poi disegni di Raffaello, Cesare da Sesto, Perugino, Giulio Romano, di un allievo di Leonardo e della bottega del Verrocchio per un totale di venti capolavori. Nella nuova sala, più grande della precedente, sono presenti disegni di maestri come Guercino, Caracci, Poussin, Van Dyck, Rembrandt, Tiepolo ed altri meno noti al grande pubblico. In aggiunta a questi sono esposti anche codici miniati, libri d’ore, due vedute di Gaspar van Wittel, il magnifico libro del Theatrum Sabaudie, un quaderno di schizzi e appunti di Filippo Juvarra, due carte nautiche e la geocarta più grande del mondo, risalente al 1523 e realizzata da Giovanni Vespucci, nipote del celebre Amerigo.
il codice del volo di Leonardo
Purtroppo il tempo da dedicare a tutti questi pezzi che si potrebbe star a guardare per ore è solo mezz’ora, questo proprio perché la visita è possibile solo per gruppi a causa delle difficoltà di accesso alle sale sotterranee che pur permettendo la visione dei capolavori al pubblico non sono in grado di permetterne un grande afflusso. I caveau non servono solo a “blindare” questi tesori ma sono fondamentali anche per la loro conservazione, ogni vetrina infatti è dotata di un sistema di monitoraggio delle condizioni termoigrometriche, il tutto realizzato con materiali ignifughi e con altissime misure di sicurezza. Inoltre per non rovinare le opere c’è pochissima luce, la ventilazione è controllata e soprattutto dall’apertura al pubblico non sarà più possibile fare foto.
gli schizzi di Juvarra
Durante la conferenza stampa il sindaco Fassino ha confermato che sta trattando col ministero per esporre l’autoritratto di Leonardo, opera famosa quanto la Gioconda, in uno spazio accessibile a un gran numero di pubblico per la primavera del 2015 in occasione dell’Expo di Milano e dell’ostensione della Sacra Sindone. Probabilmente si sta pensando al salone del senato di Palazzo Madama. Mentre il direttore della Biblioteca Reale orgogliosamente ha sottolineato come per questa mostra ci si sia potuto permettere, data la mole di capolavori, di non esporre i disegni di Michelangelo, annunciando poi che saranno resi visibili nella prossima mostra ospitata nei caveau, probabilmente a partire da aprile, incentrata sull’artista e per cui arriveranno da Roma anche gli schizzi della Cappella Sistina. Insomma un vero scrigno di meraviglie proprio come l’aveva voluta Carlo Alberto! Dal 30 ottobre al 15 gennaio “Leonardo e i Tesori del Re”, in totale circa 80 capolavori assoluti sono visibili nuovamente dopo la mostra del 2011 per Italia150. Mi ha fatto molto piacere sapere che ci sono già più di 400 prenotazioni, effettuate in pochissimi giorni, di cui molte vengono dall’estero, in particolare da Spagna, Francia, Russia e Stati Uniti. L’ingresso può avvenire solo su prenotazione presso la biglietteria del museo o sul sito www.turismotorino.org, per informazioni invece si può chiamare il numero 011.535181.
Alessandro Sala
il Theatrum Sabaudie