Regine e principesse malvagie: i segreti delle donne al potere

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Lo devo ammettere nonostante il titolo un po’ da brivido mi sono molto divertita a scrivere questo libro. Perché le regine cattive sono spesso molto più intriganti di quelle buone, dolci, gentili, angeliche. Tolstoj, nell’incipit di Anna Karenina, sostiene che «tutte le famiglie felici si assomigliano, mentre quelle disgraziate lo sono ognuna a modo suo». E questa considerazione vale, a grandi linee, anche per le regine e le principesse cattive. Le “buone” sono pressoché identiche, cioè amorevoli madri di famiglia pronte al sacrificio, mogli rassegnate sotto una selva di corna, figlie e sorelle ubbidienti e, a volte, sagge e benevole governanti (in nome del figlio, del marito o del fratello), le “cattive” hanno ciascuna il loro buon motivo per avercela con l’universo mondo e, se è il caso, far patire a tutti le pene dell’inferno. Insomma, la bontà – e spesso anche la santità – non ha sfumature, e se vogliamo è anche un tantino noiosa. Le cattive, invece, sono spesso dei fenomeni: riescono a prendere in mano le loro esistenze e a decidere della loro vita persino nell’epoca in cui una donna – anche se di stirpe regale – esce di rado dalle sue stanze e difficilmente può disporre di sé. E poi le cattive riescono a dare il meglio di sé in forme sempre diverse. Perché ci sono mille modi per essere davvero pestifere: lo si può essere per natura e carattere, ma anche solo durante una breve parte della propria vita, quando c’è un obiettivo da raggiungere. Qualcuna è inconsciamente cattiva, ma qualcun’altra si trasforma in una specie di strega malefica per difendere se stessa o i propri figli. Oppure per mantenere il potere, conquistato a fatica anche contro la sua stessa prole. A volte, invece, è l’amore cieco e irragionevole a renderle mostruosamente cattive. L’ambiente e la genetica incidono, ma c’è chi si è fatta tutta da sola, e chi ha cercato, invano, di togliersi di dosso questa pesante nomea. Certe cattive sono state per me una vera e propria scoperta, mentre nel caso di altre, bollate come donne impossibili, bisogna davvero riconoscere che sono stati i maschi ad attribuire loro una perfidia forse immeritata.

Non vi devo invece stare qui a spiegare perché solo regine e principesse. Ormai, se mi seguite da un po’ di qui blog, sapete che i royal sono la mia passione (e non solo la mia a giudicare dal numero sempre crescente di lettori) da sempre, cioè da quando ho cominciato a leggere. Poi ho anche studiato storia, a Bologna, ma data l’epoca i personaggi reali non avevano molto appeal e così il mio interesse è rimasto appunto confinato al rango di piccola mania. Ero quella “originale” – leggi stravagante – in una famiglia che non si è mai neanche sognata di avere delle tendenze anche solo lontanamente monarchiche. Quando ho iniziato a fare la giornalista, mi è capitato di scrivere di qualsiasi argomento (politica, nera, cronaca, ambiente, spettacoli), di lavorare in uffici stampa, per politici e istituzioni, ma la passione è rimasta lì, inespressa, a covare. Comunque ho sempre studiato e raccolto libri, foto, documenti, vecchie riviste (e infatti oggi sono la felice proprietaria di una collezione molto interessante e anche di un certo pregio), cercando sempre di non farmi notare. Tema non gradito, argomento non abbastanza colto, anzi decisamente troppo popolare (ma in senso negativo). Poi, dopo lunga riflessione, qualche dubbio e il decisivo confronto con alcune persone che mi hanno spronata a lanciarmi nell’impresa, ho deciso di farla finita e nel gennaio del 2009 è nato www.altezzareale.com, il mio blog, unico esempio italiano di spazio virtuale interamente dedicato alla storia delle famiglie reali (in cui sono a  disposizione tutti gli alberi genealogici dei personaggi qui trattati). In quel momento ho scoperto che moltissime persone condividevano, spesso in gran segreto, questa passione e avevano per contro moltissima voglia di parlarne. A quattro anni di distanza il blog continua a essere molto seguito e commentato, e i temi sono a volte leggeri e a volte molto seri, trattati sempre con grande attenzione alle fonti e ai documenti e con uno stile di scrittura veloce e immediato. Anche nel blog i personaggi femminili superano di gran lunga, numericamente parlando, quelli maschili, nonostante siano sempre stati gli uomini a detenere le leve del potere. Perché a me le donne (che nella storia – anche recente – hanno lasciato tracce davvero poco significative e, per un puro e semplice fatto “di genere”, sono state condannate a non esistere come individui) in fondo interessano molto di più. Per le loro fragilità, per le loro storie nascoste, per la loro inquietudine. Perché sono infinitamente affascinanti. E così, dopo 101 storie di regine e principesse che non ti hanno mai raccontato, continuo l’esplorazione dell’universo femminile regale. Stavolta però le protagoniste sono tutte signore che, in un universo dominato dai maschi, si sono fatte ricordare per un carattere non proprio accomodante e per la tendenza a fare sempre, caparbiamente, di testa loro.

Il libro esce giovedì 18 aprile, sempre per i tipi di Newton Compton. Farò delle presentazioni in giro per l’Italia? Bella domanda, con il 101 regine e principesse il progetto si è arenato davanti a un “piccolo” problema tecnico: dopo due mesi il libro era esaurito, finito, venduto tutto. Non posso certo dire che mi è dispiaciuto, ma le presentazioni sono state tutte annullate.  Quindi adesso rimaniamo in sospeso, se ne riparla magari fra qualche giorno.  

Ah si, volete sapere chi sono i personaggi? Be’ ma se vi racconto tutto vi rovino la sorpresa. Intanto però sappiate che ce ne sono di noti e meno noti, di cattive sul serio e di cattive perché così lette, percepite, raccontate o immaginate. E in appendice troverete anche una breve filmografia e un’intervista con un criminologo e, in alcuni capitoli, anche degli alberi genealogici e altri ce ne saranno presto on line. E non posso concludere senza ringraziare tutti voi lettori, quelli attivi e presenti (non vi nomino uno per uno, ma sapete…) i silenziosi. La vostra presenza quotidiana, i consigli e lo scambio di idee, sono per me fondamentali. Grazie.

 ps spero che mi scuserete e capirete se sono stata un po’ criptica su questo lavoro, ma ogni volta per pura scaramanzia tendo ad aspettare fino all’ultimo prima di raccontare a cosa sto lavorando. Anche in famiglia non lo sa nessuno a parte chi non può proprio fare a meno di saperlo. 😉

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