6 febbraio 1952, God save the queen

All’inizio di febbraio del 1952 la principessa Elisabetta e suo marito Filippo duca di Edimburgo sono in Kenya, prima tappa di un lungo viaggio ufficiale che li porterà in Nuova Zelanda e in Australia. Re Giorgio VI, convalescente dopo una grave operazione al polmone sinistro, è costretto ad annullare tutti gli impegni e, come già accaduto nell’autunno precedente in occasione di un tour in Canada e negli Stati Uniti, la principessa Elisabetta prende il suo posto. Ma questa volta la situazione è ancora più difficile. Il re è sempre più stanco e provato, la sua bronchite è cronica ormai, inoltre è magrissimo, ma continua a fumare le sue solite 40 sigarette al giorno.

UltimaFotoGVI

L’ultima immagine di Giorgio VI

La famiglia reale passa il Natale a Sandringham e poi il 31 gennaio il re, nonostante il freddo intenso, vuole a tutti i costi accompagnare la figlia all’aeroporto di Heathtrow. Nel momento di salire sull’aereo Elisabetta si volta verso il padre che la saluta con gli occhi rossi per le lacrime. In quell’istante forse la principessa capisce per quale motivo il sovrano è rimasto con lei fino all’ultimo minuto, ma non dice niente e parte per fare il suo dovere perché così le hanno insegnato lo stesso Giorgio VI, sua madre Elisabetta e sua nonna la regina Mary. Il dovere prima di tutto. Elisabetta è cresciuta vedendo il padre chino tutti i giorni sulla sua scrivania. La principessa è diventata grande osservando quest’uomo serio, laborioso e tenace che ha sempre cercato di svolgere nel miglior modo possibile un lavoro per il quale non era preparato.

Partenza

Elisabetta e Filippo in partenza per il Kenya

Il 6 febbraio Elisabetta sta riposando nella sua camera dell’hotel Treepots, un suggestivo albergo costruito fra i rami di un enorme fico. Nei giorni precedenti lei e il marito hanno partecipato ad alcuni safari e hanno preso possesso di un regalo di nozze, il Sagana Lodge. Da Londra non sono arrivate telefonate quindi la principessa è abbastanza tranquilla. Ma il silenzio ha un altro motivo, un uragano tropicale ha danneggiato le linee telefoniche e da Londra non riescono ad informarla che suo padre è morto nel sonno a Sandringham proprio quella notte e ora lei è la nuova regina. La notizia arriva ad un giornalista della Reuters che avvisa Mike Parker, scudiero ed amico del principe Filippo al quale tocca l’onere di informare la moglie.

Kenya

I primi giorni felici in Kenya

Nessuno saprà mai qual è stata la reazione della regina che perde un padre amatissimo e si ritrova sul trono a soli 26 anni, ma quando, poco dopo, la fedele cameriera Bobo MacDonalds entra nella camera la trova in lacrime. Elisabetta ha ceduto alle sue emozioni, ma è un attimo, la nuova regina ha dei doveri  – nei confronti dei suoi ospiti e verso tutte quelle persone che aspettano la sua visita – e deve prendere delle decisioni. Una su tutte, il nome con cui sarà conosciuta come sovrana. Ma in questo caso non ha dubbi e al segretario personale che le chiede con quale nome intende regnare lei risponde “Il mio! Quale altro?”.

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L’apparente freddezza davanti alla notizia della morte del padre colpisce i testimoni della scena, ma a guardarla bene, nelle foto che vengono prese una volta rientrata in Inghilterra, Elisabetta è sconvolta e annichilita dal dolore. Del Kenya, una volta arrivato l’annuncio ufficiale, infatti non ci sono più immagini, perché i fotografi che coprono il viaggio, per rispetto posano per terra davanti a lei i loro apparecchi.

Le emozioni, le domande, i pensieri non sono contemplati, forse non fanno neanche parte del patrimonio genetico di questa solida signora inglese per metà scozzese. Elisabetta attende questo giorno da quando aveva 10 anni e suo padre è salito al trono. La ragazzina è stata “programmata” per questo compito e i duri anni della guerra le hanno fatto capire quale sia il ruolo della monarchia e quanto essa sia fondamentale per gli inglesi. La nuova regina sa che deve essere degna della corona, lo deve ai suoi antenati, al padre, alla famiglia e soprattutto al popolo inglese.

Regine

La regina Mary e la regina madre Elisabetta

ArrivoLondra 

Un’altra foto dell’arrivo a Londra, in primo piano, davanti alla scaletta si riconosce Churchill

Il 7 febbraio Elisabetta lascia il Kenya e a Londra trova ad accoglierla un Winston Churchill (di nuovo Primo ministro dal 26 ottobre 1951) abbattuto per la perdita del suo fedele alleato degli anni di guerra. A Clarence House (all’epoca sua residenza) la regina trova la nonna avvolta nei veli neri, il momento è difficile per tutte e due, la regina Mary seppellisce, dopo John e George duca di Kent, il suo terzo figlio. La mattina seguente Elisabetta attraversa il cortile per recarsi a Saint James Palace dove assiste al consiglio della corona che la proclamerà ufficialmente sovrana e davanti al quale legge il suo primo discorso. Alle 11 precise il duca di Norfolk, grande maresciallo di corte, appare al balcone di Saint James e proclama “Elisabetta II regina di questo regno e degli altri regni e territori che gli appartengono, capo del Commonwealth e difensore della fede”. La banda militare per la prima volta intona il Good save the queen. Ancora una volta niente emozioni in pubblico, ma lacrime in privato con Filippo e poi nel pomeriggio quando a Sandringham ritrova la madre, la sorella e i figli Charles e Anna. La casa delle vacanze, dei momenti felici è diventata il luogo della morte del padre e la regina teme sopra ogni cosa che le emozioni possano prendere il sopravvento, ma ancora una volta riesce a dominare il dolore.

L’11 febbraio la famiglia reale lascia Sandringham a bordo di un treno speciale dove è stato collocato anche il feretro del re. A Londra la spoglia del sovrano viene depositata a Westiminster Hall per l’omaggio della gente in attesa dei funerali il 15 febbraio.

Giorgio VI è il simbolo dello stoicismo, dell’abnegazione, della tenacia di fronte al dramma dell’abdicazione del fratell Edoardo VIII, davanti alla tragedia della guerra e della perdita dell’Impero. Di quest’uomo Elisabetta cercherà sempre di essere degna.

FUNERAL OF KING GEORGE VI (DIED 6/2/52) FEBRUARY 1952 DEATH O

Il funerale di re Giorgio VI

Elisabetta II è sul trono di San Giacomo dal 6 febbraio del 1952 esattamente da 60 anni. Giorgio III (nonno della regina Vittoria) ha regnato “solo” 59 anni e 109 giorni (25 ottobre 1760-29 gennaio 1820) e l’ultimo periodo anche sotto tutela a causa della sua follia causata dalla porfiria, mentre il record assoluto spetta ancora alla regina Vittoria,  sovrana per quasi 63 anni. Gli altri regni particolarmente longevi sono stati quelli di Giacomo VI (come re di Scozia), figlio di Maria Stuart, sovrano per 57 anni e 246 giorni (24 luglio 1567-27 marzo 1625), ma in effetti re d’Inghilterra solo dal 1603. A seguire Enrico III Plantageneto, che ha governato per 56 anni e 29 giorni (19 ottobre 1216- 16 novembre 1272), Edoardo III Plantageneto re per 50 anni e 147 giorni (25 gennaio 1327- 21 giugno 1377). Elisabetta I Tudor, la figlia di Enrico VIII e di Anna Bolena, la celebre “regina vergine”, ha tenuto saldamente nella sue mani il potere per 44 anni e 127 giorni, cioè dal 17 novembre 1558 al 24 marzo 1603.

Ecco il sito ufficiale del Diamond Jubilee (dallo stile un po’ punk… secondo me) ricco di notizie storiche, di foto e di informazioni. Ecco qua, fra l’altro, tutte le mostre previste in occasione di questo evento più unico che raro. Mentre qui trovate qualche video su avvenimenti storici del regno di Elisabetta II. Sono un po’ franco-centrici, ma belli ugualmente. Interessante anche questa gallery sul The Guardian, una foto per ogni anno di regno con mini biografia. Imperdibile questo documentario in tre parti della BBC

copyright foto – post card e press photo collezione personale MM
 

Incoronazione

ps avevo previsto di scrivere questo post con calma per pubblicarlo ieri notte, purtroppo l’emergenza neve ha avuto la meglio, ieri abbiamo spalato neve e ghiaccio e le previsioni ci dicono che non è finita. Noi qua nonostante siamo sulla riva del mare abbiamo 50 cm di neve e strade in salita/discesa completamente ghiacciate. Speriamo bene…

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