Principe per nascita, esploratore per passione e per vocazione. Luigi Amedeo di Savoia, duca degli Abruzzi, è il figlio di quell’Amedeo duca d’Aosta che la politica mette per un brevissimo periodo sul trono spagnolo, ma al giovanotto i panni eleganti e disimpegnati del rampollo reale nulla facente o al più destinato a qualche vago incarico onorifico o ad un comando militare del tutto simbolico, stanno stretti, anzi strettissimi. Così Luigi (cadetto del ramo cadetto) parte per destinazioni ancora ignote e la sua vita si trasforma quasi in un romanzo che il giornalista Pablo Dell’Osa racconta con prosa brillante e dovizia di particolari in una interessante biografia appena uscita per i tipi della casa editrice Mursia.
Un giornalista abruzzese che scrive un libro sul duca degli Abruzzi. Un caso o una scelta precisa?
Nulla accade per caso. E poi bisognava anche sfatare una certa leggenda che voleva che il principe non avesse mai messo piede nella terra di cui portava il nome. Cui invece era legato. Comunque nella scelta ha influito anche il mio aver vissuto a Torino.
Nel tuo sito racconti che accantonato il sogno da bambino di diventare `tuttologo´ hai deciso di occuparti, una volta diventato grande, di personaggi scivolati nell´oblio. E hai cominciato con il duca degli Abruzzi. Per quanto tempo hai lavorato su questo personaggio?
Tra ricerche, peregrinazioni in giro per l’Italia (e non solo), scrittura e revisione del libro ho impiegato quattro anni. Anche perché mi sono dovuto dividere con il lavoro quotidiano da cronista.
Esistono documenti, tracce scritte, ricordi sulla vita dell’uomo e sulle imprese dell’esploratore? La famiglia, cioè l’attuale duca d’Aosta, conserva del materiale? All’epoca i grandi viaggiatori erano soliti tenere dei diari.
Trattandosi di un personaggio che ha girovagato per mare e monti il materiale non è raccolto. Non esiste un vero archivio duca degli Abruzzi: le carte di famiglia sono andate distrutte nell’incendio di Palazzo della Cisterna [la madre di Luigi era una principessa dal Pozzo della Cisterna n.d.r.] a Torino. Anche il principe Amedeo duca d’Aosta non conserva documenti, ma durante gli incontri nella sua residenza di Castiglion Fibocchi mi ha riferito preziosi aneddoti sullo “zio Luigino” come lo chiamavano in famiglia. Secondo il Duca vista la mole e la difficoltà nelle ricerche effettuate per scrivere questo libro, sono diventato una via di mezzo tra il detective ed il topo di biblioteca, il tutto mascherato dall’alibi del giornalista.
Le note biografiche su Luigi Amedeo di Savoia sono scarne, nato il 29 gennaio del 1873, quando il padre era ancora sul traballante trono di Spagna, morto il 18 marzo 1933. E in mezzo?
Tutto e il suo contrario. E’ stato un personaggio pirotecnico. Ha circumnavigato il globo per due volte, ha scalato il Cervino con Mummery, ha conquistato l’inviolata vetta del Sant’Elia in Alaska, cercato di raggiungere il Polo Nord, è salito per primo in cima al Ruwenzori in Uganda, ha tentato l’ascesa del K2, ha comandato la flotta navale alleata nella Grande guerra, fondato la Società agricola italo Somala e risalito il corso dell’Uebi Scebeli. E potremmo continuare.
Fu solo un turista di grande valore, come dicevano i suoi detrattori o è stato davvero un grande esploratore, un pioniere dell´età eroica delle grandi scoperte geografiche?
Vedere le foto dell’epoca, molte delle quali scattate dal suo sodale Vittorio Sella e custodite alla Fondazione Sella a Biella e al Museo nazionale della montagna di Torino fa impressione. Il duca e i suoi compagni di cordata hanno compiuto imprese che oggi non sarebbe esagerato definire “da pazzi”con l’attrezzatura di allora.
Il “principe delle solitudini”, nipote di Umberto I, cugino di Vittorio Emanuele III, diventa un esploratore per sfuggire a che cosa? Alla vita di corte, al suo essere cadetto senza futuro, all´Italia?
Il velo di tristezza che lo accompagnò per tutta la vita sembra essere calato presto sul suo viso. Alla morte della madre, prima ancora che il duca entrasse in Marina. Il non avere responsabilità di regno indubbiamente ha rappresentato un valido movente per non rimanere con le mani in mano. Ma Luigi di Savoia aveva una marcia in più.
Perché lo definisci una `mosca bianca della famiglia reale´, eternamente sperso tra mari e monti? E anche un Aosta `atipico´ che rifuggì le corsie preferenziali verso il successo imboccando una via tutta sua, scomodissima, per farsi apprezzare?
Al suo posto in molti, soprattutto nella paludata nobiltà d’inizio Novecento sarebbero rimasti a gozzovigliare a corte. Il duca era uno che si sporcava le mani in prima persona, che rischiava di suo. E non solo la faccia. Buona parte dei finanziamenti per le imprese li tirava fuori di tasca propria.
Coraggioso, audace, le sue imprese sono quelle di un eroe, di un personaggio da leggenda. Secondo te come mai una figura del genere, che avrebbe potuto dare grande lustro a casa Savoia, finisce nell´oblio?
Emilio Salgari, che non ha certo bisogno di presentazioni, ha affrontato persino una causa legale per poter scrivere delle imprese del duca di ritorno dal Polo Nord. Poi le cose sono un po’ cambiate, oggi a Luigi di Savoia dedicano al massimo una tavoletta di cioccolato. Ma non vorrei dire che è sempre la solita storia che in Italia si dimentica la Storia. Apparirebbe noiosamente banale.
Un eroe ed anche un signore, visto che della sua storia d´amore impossibile si sa poco o nulla. Ma è vero che fu il cugino Vittorio Emanuele III a vietargli di sposare la donna amata?
Che il “no” al matrimonio con Kate Elkins sia venuto dal re è la versione ufficiale. In realtà dalle ricerche ne viene fuori che Vittorio Emanuele III sia stato influenzato notevolmente dal diniego della regina madre Margherita, che pure stravedeva per il duca degli Abruzzi. Il principe giunse persino a spostarsi con lo pseudonimo di Luigi Sarto pur di depistare la stampa.
Concludo con un piccolo dettaglio di storia locale: il primo liceo scientifico di Ancona è intitolato a Luigi di Savoia. Nel sito dell’istituto (che adesso nella foga degli accorpamenti è stata assemblata al tecnico Benincasa e si chiama appunto “Savoia-Benincasa”) viene spiegato che il liceo è stato intitolato “al noto esploratore Luigi di Savoia, duca degli Abruzzi, a sottolineare l’impegno di ricerca e di sperimentazione nel campo della cultura e della scienza cui la nuova scuola era chiamata a rispondere”.
Infine vi ricordo che l’esploratore era il cognato della altrettanto avventurosa Hélène d’Orléans, la “Duchessa crocerossina” e il prozio dell’attuale duca d’Aosta.
A seguire le fotto della presentazione a Pescara alla presenza del duca d’Aosta.
Copyright foto: Marina Minelli sito www.altezzareale.com
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121 Commenti
Sarebbe bello approfondire il tempo dedicato da S.A.R. il principe allo sport ed al calcio soprattutto, stiamo facendo un film e fonti storiche, fotografie e quant’altro oltre ad arricchirlo ci aiuterebbero a non commettere sbagli…
bonjour Victor je suis desolée mais j’ai pas compris votre commentaire
Il serait bon d’approfondir le temps consacré par S.A.R. Le prince du sport et du football avant tout, nous faisons un film et des sources historiques, des photographies et tout autre chose, en plus de l’enrichir, nous aiderait à ne pas faire d’erreurs …
désolée mais je ne connait rien du coté sportif du prince.
@victor non so scrivere in francese ma conosco qualcosa sulle tue domande. Il duca degli abruzzi era appassionato di sport ed è stato uno dei promotori dell’introduzione del calcio moderno in Italia, cosciuto durante i suoi soggiorni nel Regno Unito. È stato il promotore e il finanziatore del primo campionato di calcio nel 1896, svoltosi a Torino durato un giorno intero e vinto dal Genoa. Oltre a partecipare come giocatore pagò di tasca sua la realizzazione della coppa. Non so se esistano foto.
Non avevo mai letto nulla del genere, ma a quanto pare all’epoca si dava per quasi sicuro il matrimonio tra il duca degli Abruzzi e la granduchessa Olga, sorella minore di Nicola II. Le cose , come è noto, andarono diversamente.
http://royalmusingsblogspotcom.blogspot.it/2009/01/will-olga-marry-luigi.html
maddai anche io non avevo mai letto nulla del genere.
forse avevo già letto qualcosa ma non ricordo dove 🙂 comunque bisognerebbe approfondire. se fosse fondata come cosa ci dovrebbero essere tracce da qualche parte, anche solo una corrispondenza. magari amedeo nel suo archivio privato custodisce qualcosa di inedito sulla questione 😉
Invado ancora una volta questo spazio approfittando della cortese ospitalità della nostra eccezionale Marina e della affettuosa partecipazione di tutti voi , amici,al mio problema di salute. Ieri finalmente ho ritirato l’esame istologico. Il parere del medico è stato molto ottimistico….dovrò fare delle sedute di radioterapia…….vari esami di controllo….sperare e pregare per i prossimi 5 anni…..e nel frattempo vivere la mia vita come sempre….attaccata ai miei affetti e ai miei molteplici intetessi…..questo dei royal lo condivido con voi e ne sono felice.
Grazie
Elena da Palermo
carissima Elena,
ho pensato a te stamattina presto e vedi che telepatia, ecco qua che scrivi. Sono molto molto felice della notizia e per festeggiare vorrei farti un regalo – se me lo consenti – il libretto Un tè con la Regina. Se in privato mi mandi il tuo indirizzo te lo spedisco subito. Puoi scriverlo anche in un commento che cancellerò appena letto. Un abbraccio fortissimo con tanto tanto affetto.
Questo libro,certamente interessante, mi farà compagnia in attesa della terapia….di più….lo considererò come un porta fortuna!
Intanto domani mattina farò la scintigrafia ossea.
Un bacio a tutti gli amici,
e a Marina tutta la mia riconoscenza!
Elena
molti molti cordialissimi auguri di una pronta e totale guarigione
Tanti auguri ad Elena per una totale guarigione. Ho cercato riferimento alla vicenda Duca degli Abruzzi nella autobiografia della presunta fidanzata e mi pare che non vi sia nulla. Magari non era elegante ricordare queste notizie diffuse tanti anni prima dalla stampa da parte di una signora anziana che viveva da tempo in Canada. A me Olga è sempre stata più simpatica della sorella Xenia : entrambe esule dopo la rivoluzione ma Xenia (e la sua molto numerosa famiglia) si è affidata totalmente alla generosità di Giorgio V mentre Olga è andata in Danimarca dove ha lavorato con il marito mettendo su una fattoria.
Grazie a Milady e Laura
Elena
@Elena un abbraccio forte, forte e, sono sicura, ce la farai a guarire. Tutte noi, amiche di A.R, facciamo il tifo per la tua salute.
Buon pomeriggio! Cara Elena anche se non ci conosciamo, ti auguro un’ ottima ripresa di guarigione! au revoir!
Tanti cari auguri anche da parte mia Elena!
http://www.newmyroyals.com/
…ma quant’è bella la principesssa Stephanie! che stia imparando?????