Intervista alla principessa Maria Gabriella di Savoia: la Fondazione, le ricerche, i libri
La principessa Maria Gabriella di Savoia vive a Ginevra, in una piccola villa circondata da un bel giardino dove ognuno dei nipotini (i tre bambini, di cui uno ancora in fasce, della figlia Elisabeth) ha una sua porzione di terra che viene coltivata ad orto sotto la supervisione attenta della nonna. Nel giardino e in casa girano liberi e felici anche quattro cani, due di taglia imponente, un bovaro bernese molto gentile ed alla costante ricerca di carezze anche da parte degli ospiti improvvisi e sconosciuti ed un altro piccoletto che nei momenti di relax si accomoda sul divano del soggiorno accanto alla principessa. Ovviamente i quattro seguono ogni passo della padrona di casa e si offendono non poco quando, durante la visita all’archivio della Fondazione, vengono lasciati fuori ad aspettare. Maria Gabriella di Savoia, giustamente definita la figlia più bella di re Umberto e della regina Maria Josè, assomiglia ad entrambi i genitori, è altissima, elegante in modo estremamente naturale e senza nessuna ostentazione, gentile, disponibile e cortesissima. Si diverte a raccontare aneddoti e nelle stanze della Fondazione apre scatole, sfoglia libri, mostra foto e insoliti ricordi: la prima camicina di neonato del nonno, re Alberto I del Belgio, la scatola che contiene un ciuffo di capelli biondi del re alpinista morto durante una scalata e ad un’altra che custodisce i suoi occhiali pince-nez quelli che si vedono in tante foto d’epoca. Poi ci sono gli abiti della regina Maria Josè, le sue pellicce, i cappellini anni ’30, la divisa da infermiera della Croce Rossa. Un mondo passato, lontano ma neanche tanto, ma anche un pezzo di storia italiana ed europea che la principessa custodisce con enorme passione.
Qual è l’obiettivo della Fondazione che lei ha creato subito dopo la morte di suo padre, re Umberto II avvenuta nel 1983?
Collezionare, raccogliere e poi catalogare oggetti, fotografie, abiti, dipinti, giornali, lettere private, carteggi, documenti legati alla storia di casa Savoia. La Fondazione è privata, non ha sponsor, non ha sostenitori, è un contenitore di memorie. Il mio più grande desiderio è quello di non disperdere i ricordi di mio padre e mia madre l’ultimo Re e l’ultima Regina d’Italia, per questo motivo ho deciso di dedicare tempo, risorse ed energie a questo progetto.
Da dove è partita?
Naturalmente da quanto ricevuto in eredità dai miei genitori. Mio padre nel suo lungo esilio aveva riunito una importante collezione di quadri, libri, stampe, sculture, tutte riguardanti la millenaria storia della nostra famiglia e molti pezzi sono davvero interessanti, come la raccolta di incisioni sulle varie “ostensioni” della Sacra Sindone che è rimasta di proprietà della famiglia dal 1453 fino alla donazione a Papa Giovanni Paolo II nel 1983. Ho ricomperato da mia sorella minore Maria Beatrice la sua parte della biblioteca di mio padre e della collezione di stampe. Poi ci sono i libri e molti oggetti di mia madre ereditati dai genitori re Alberto I del Belgio e la regina Elisabetta. Oggi raccolgo di tutto, spesso acquisto, ma ci sono persone le quali del tutto spontaneamente mi inviano quello che trovano anche per caso.
Quali sono i pezzi più interessanti?
Senza dubbio alcuni libri rari su casa Savoia, i quadri, le oltre 12 mila stampe e le numerosissime fotografie scattate nei momenti pubblici, ma anche in occasioni del tutto private e che oggi rappresentano una documentazione eccezionale e per la maggior parte inedita sulla vita della famiglia reale italiana.
Lei è l’unica dei quattro figli di re Umberto ad avere questo desiderio di conservazione della memoria ed anche una grande passione per la storia della sua famiglia.
Credo sia importante mantenere tutto insieme in un unico luogo e oggi questa Fondazione, a cui ho alienato parte del mio patrimonio, è nello stesso tempo un archivio ed un centro di studi e documentazione che accoglie ricercatori da tutta Europa. Il problema adesso è la catalogazione sistematica di tutto il materiale, ci sto lavorando con alcuni collaboratori, ma la strada è lunga. Quanto alla passione per la storia devo averla ereditata da mia madre che per molti anni si è dedicata allo studio delle millenarie vicende di casa Savoia. Mia madre era una storica, una ricercatrice, stava negli archivi dalla mattina alla sera,
La Fondazione non solo raccoglie e conserva, ma promuove anche tante in iniziative legate ai vari personaggi di casa Savoia, ultima la mostra a Parigi del corredo della Regina di Maggio. [qui il video della esposizione]
La mostra alla Fondazione Bismarck è stata un evento straordinario e di grande successo, grazie anche al curatore Hubert de Givenchy che ha scelto di persona qui alla Fondazione tutti i pezzi presentati nelle sale con un allestimento molto suggestivo, favoloso dire. Nel 2008 la reggia di Venaria Reale aveva allestito una bella esposizione con gli abiti ed i manti di corte e si è ritrovata ad avere oltre 1000 visitatori al giorno, un record, a dimostrazione che in Italia quando si parla dei Savoia c’è sempre molto interesse, molta curiosità.
Un interesse di cui suo nipote Emanuele Filiberto ha capito la portata e che sta gestendo in un maniera un po’ diversa dalla sua.
E’ un modo di vivere che non capisco. Emanuele Filiberto approfitta del suo, del nostro nome e questo a mio padre, sempre così discreto e silenzioso, non sarebbe certo piaciuto. Il suo modo di fare è imbarazzante e nuoce alla nostra immagine.
Lei infatti oggi considera eredi della famiglia e dei diritti dinastici suo cugino il principe Amedeo duca d’Aosta, il figlio principe Aimone e il piccolo Umberto del quale è stata la madrina.
Assolutamente si, e proprio per questo ad Umberto ho regalato la “chevalière” [piccolo anello con inciso lo stemma di famiglia] di mio padre, come piccolo simbolo di continuità dinastica. In Portogallo era molto popolare ed amato, faceva molta carità, si è impegnato tanto per gli altri, ma prima di tutto egli teneva alla dignità ed alla discrezione. Mio padre ha vissuto in esilio con una enorme nostalgia del suo paese, ha pagato un prezzo altissimo perché l’esilio è la morte storica, eppure per l’Italia in un mese di regno ha fatto tanto, per esempio ha abolito la pena di morte. Io avevo sei anni quanto siamo partiti, ero una bambina ricordo poco, mio padre che di anni ne aveva 43, ne ha sofferto terribilmente.
Nel 2011 l’Italia celebrerà il 150 anniversario dell’unità nazionale a cui i Savoia hanno partecipato e contribuito in modo determinante. La Fondazione ha in programma qualche iniziativa?
Forse insieme alla Fondazione Accorsi a Torino ma è ancora tutto in alto mare. Mi sembra che ci siano delle polemiche in merito a questa ricorrenza così importante. So che la Lega sta protestando, ma a voler leggere bene la storia alla fine l’Unità è servita più al nord che al sud, per dirne una l’eliminazione delle frontiere fra i piccoli stati ha consentito la cancellazione dei dazi doganali con immenso beneficio per il nord industriale. Al sud che era da un pezzo tutto unito questo problema davvero non c’era. Ad ogni modo io sono sempre pronta a prestare quello che ho.
Quali sono i progetti per il futuro?
L’esposizione dedicata agli abiti ed ai manti di corte della regina Maria Josè potrebbe andare anche in Spagna e mi divertirebbe molto presentarla ad Istanbul al Topkapi. Mi piacerebbe moltissimo organizzare una mostra sulla regina Elena a Cettigne in Montenegro. Per il suo recentissimo libro sulla regina Elena Isabella Pascucci ha utilizzato molto materiale che è qui in Fondazione. Mia nonna era una donna straordinaria, generosissima, caritatevole, sempre pronta ad aiutare gli altri, esattamente come mio padre che ha ereditato il suo spirito di abnegazione.
Lei è legata da vincoli familiari e di amicizia a moltissime famiglie reali, qual è la sua impressione sulle giovani generazioni?
Conosco bene il re di Spagna, ma Letizia l’ho vista due volte non posso esprimere un’opinione, trovo molto bella e dolce Mathilde, la moglie del principe Philippe, figlio ed erede di mio cugino re Alberto II del Belgio. Sono una coppia affiatata, carina, unita e insieme lavorano per il loro Paese. Oggi la monarchia non è potere o denaro, è soprattutto rappresentanza, ma anche questa bisogna saperla fare con stile e con classe. Anche quando non si regna più. All’inaugurazione della mostra della Fondazione Bismarck sono venute molte teste coronate e anche l’ormai ex genero del re di Spagna, il duca di Lugo, una persona molto gentile. Sono amica dell’ex re Fouad d’Egitto, del duca di Braganza, conosco e frequento gli Orléans dai tempi dell’esilio in Portogallo quando vivevamo tutti lì. Per le feste di Natale si faceva il 24 “chez les Barcellonne”, la famiglia di don Juan conte di Barcellona padre di re Juan Carlos, il 25 “chez les Paris”, cioè dai conti di Parigi, Isabelle ed Henri d’Orléans con i loro 11 figli e poi il 6 gennaio da noi “chez les italiens”.
Ginevra, 9 dicembre 2009
L’idea di questa intervista è nata leggendo il materiale sulla mostra alla Fondazione Bismarck a Parigi (qui un video molto interessante). In quel momento ho pensato che mi sarebbe piaciuto parlare con S.A.R. la principessa Maria Gabriella di Savoia che da anni raccoglie memorie e ricordi sulla sua famiglia ed i genitori. In più l’estate scorsa ho avuto in prestito dai miei cugini storici e ricercatori Mara Ranucci e Massimo Tenenti (che con l’occasione ringrazio per le sempre interessanti discussioni storiche ed il continuo confronto) il bel volume “Vita di corte a casa Savoia” scritto dalla Principessa insieme a Stefano Papi e la curiosità aveva già preso campo. Insomma era destino, ma come arrivare ad un tale personaggio? Semplice, scrivendole. La Principessa mi ha telefonato appenato ricevuta la lettera e poi via mail abbiamo preso un appuntamento a Ginevra. Di suo padre Umberto II si è detto e scritto che era “il Re cavaliere” ed un grande gentiluomo, la figlia non è da meno per cortesia, gentilezza e affabilità. Un grazie finale a mio marito Stefano Ranucci che dopo aver guidato fino a Ginevra ha anche realizzato tutte le foto.
Segnalo a tutte le persone interessate alla storia di Casa Savoia ed alle vicende dell’ultimo Re e dell’ultima Regina d’Italia, il sito www.reumberto.it che raccoglie immagini, documenti ed una vastissima bibligrafia.
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