L’imperatrice Maria Teresa a 300 anni dalla nascita
L’imperatrice Maria Teresa è nata il 13 maggio di trecento anni fa e l’Austria si prepara a celebrare una donna davvero fuori dall’ordinario. A Vienna a partire dal 15 marzo (fino al 29 novembre) sono si svolgeranno una serie di esposizioni tematiche in luoghi simbolo del periodo teresiano, mentre nei dintorni della capitale austriaca sono in programma quattro mostre attraverso le quali esplorare la vita e l’opera della “stratega, della madre e della riformatrice. Maria Teresa è una delle personalità di maggior spicco della Casa d’Asburgo che assume uno status quasi mitico già prima della morte nel 1780 e l’obiettivo di questo omaggio è di ricostruire la persona e i suoi lati chiari e scuri, esaminando la sua vita, la famiglia, le conquiste politiche e l’eredità familiare.
Sovrana di straordinaria intelligenza ed acume politico, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria in quanto donna il suo trono se lo deve conquistare con le armi. Il diritto ereditario che, se fosse stata un uomo nessuno si sarebbe mai sognato di contestare, per lei non vale. E la Prammatica Sanzione, con cui suo padre l’imperatore Carlo VI aveva stabilito che le terre della casa d’Austria, potevano essere trasmesse anche per linea femminile, è carta straccia di fronte all’opposizione compatta di Baviera, Sassonia, Francia e della Prussia guidata dal giovane e rampante Federico II. Quello per la successione austriaca è il terzo conflitto che sconvolge e devasta l’Europa nel primo cinquantennio del ‘700, ma alla fine Maria Teresa ottiene il riconoscimento totale dei suoi diritti anche se deve abbandonare ad altri qualche pezzo della sua eredità. L’arciduchessa (re di Ungheria e regina di Boemia, anche imperatrice, ma solo in quanto consorte dell’imperatore del Sacro Romano Impero Francesco Stefano di Lorena) non ama la guerra, è una donna pratica e trova molto più utile spendere il suo tempo e le sue energie nella riforma dello stato austriaco, eliminando i residui feudali e creando quell’apparato burocratico accentrato, che sarà il sostegno della monarchia asburgica fino al primo conflitto mondiale.
L’imperatrice Maria Teresa fra doveri di Stato e famiglia
Maria Teresa, insieme ai suoi due cancellieri Haugwitz e Kaunitz, sopprime la maggior parte delle autonomie provinciali e locali, a favore di uno stato fortemente centralizzato che si poggia su finanze risanate, un esercito permanente e su una ordinatissima burocrazia. Fra un impegno politico e l’altro la sovrana trova anche il tempo per avviare una vasta opera di moralizzazione della corte e della città di Vienna (leggermente controtendenza nel libertino Settecento) e amare follemente un uomo bello, simpatico, divertente e un po’ farfallone, che nonostante le frequenti scenate di gelosia non diventa un marito fedele. Nonostante ciò Francesco Stefano non manca di fare il suo dovere di marito e la coppia mette al mondo sedici figli in una sorta di routine della procreazione che non modifica di un millimetro le abitudini quotidiane della sovrana. Maria Teresa infatti è una grande lavoratrice, ha un enorme senso del dovere e anche una robusta costituzione, quindi in genere a poche ore dal parto riprende con estrema nonchalance tutte le sue normali attività. Tanto dei bambini si occupa un esercito di governanti-precettori-bambinaie-cameriere i quali ricevono indicazioni precise e severissime valide per maschi e femmine: niente vizi, nessun cedimento di fronte ai capricci, alimentazione sana, lavaggi frequenti, apprendimento dell’autocontrollo, ma anche apprendimento della musica, del canto, della danza e vasto spazio anche al teatro considerato un gioco formativo.
La politica matrimoniale dell’imperatrice Maria Teresa
Il sistema funziona fino ad un certo punto, la schiera di piccoli arciduchi ed arciduchesse (che lei dopo il famoso renversement des alliances conta di sistemare sui troni di tutta Europa secondo il vecchio principio della casa d’Austria per il quale i matrimoni sono meglio delle guerre), periodicamente decimata dal vaiolo, vive felice nella nursery imperiale, ma le dà soddisfazioni intermittenti. Maria Cristina, quella che ha ereditato l’intelligenza, l’acume e il carattere della madre non ci sta ad essere unita ad un uomo che non ama, Maria Amelia sposata a Parma combinerà solo disastri, Maria Carolina prenderà in mano i destini del regno di Napoli con alterni risultati, mentre nel caso di Maria Antoninetta, la più piccola delle bambine destinata ad uno splendido avvenire, le carenze formative saranno uno dei motivi della sua rovina. Infatti l’imperatrice pur considerando la prole fondamentale per la sua politica di penetrazione negli altri Stati, non giudica le figlie al suo stesso livello e non si preoccupa di educarle, tanto, dice «sono nate per obbedire». Con il primogenito va anche peggio, sottoposto fin da piccolo ad un programma di studi molto impegnativo, Giuseppe II, creato co-reggente alla morte del padre nel 1765, è un uomo chiuso e complicato e con lui gli scontri sono continui e molto violenti. Il nuovo imperatore (ha preso il posto di Francesco Stefano anche se la carica ormai è puramente onorifica) non si accontenta di un ruolo decorativo, si vuole «despota illuminato», elabora utopistiche riforme, però manca di buon senso e sarà nel complesso poco amato. Solo Pietro Leopoldo, granduca di Toscana grazie ai complicati scambi di territorio seguiti alle guerre di metà Settecento, dimostrerà di avere ereditato la saggezza e l’equilibrio della madre, ma succeduto al fratello Giuseppe II, sarà imperatore per due anni soltanto.
Ecco lo schema realizzato con molta pazienza da Laura che ringrazio di cuore.