Una notte con la regina per festeggiare Elisabetta II

Una notte con la regina, l’attesa versione italiana di A royal night out arriva nelle sale il prossimo 7 aprile – proprio nel mese in cui The Queen festeggerà i 90 anni – e con grande piacere sono stata invitata a vederlo in anteprima per raccontare ai lettori del blog AltezzaReale le mie impressioni su questa “favola reale”.

Si perché mentre The Queen e Il discorso del re hanno cercato di raccontare il più fedelmente possibile i retroscena di due momenti estremamente difficili della monarchia britannica, nel caso di Una notte con la regina l’immaginazione ha avuto (quasi) libero corso. Nella finzione però la futura sovrana si conferma ancora una volta un personaggio di notevole spessore umano: è ancora molto giovane ma già responsabile, seria, sensibile e attenta. E anche se per una notte si vuole divertire – e magari anche cercare di capire quale sia la percezione della monarchia da parte dei sudditi visto che il padre si appresta a un secondo “discorso del re – il suo cuore è già preso.

La storia prende spunto da fatti realmente accaduti. La sera dell’8 maggio 1945, giorno in cui gli Alleati accettano la resa incondizionata della Germania nazista, a Londra esplode la gioia della gente per la fine di una guerra lunga e devastatrice. Re Giorgio VI e la regina Elizabeth, considerati il simbolo della resistenza nazionale, vengono ovazionati dalla folla durante la loro apparizione al balcone di Buckingham Palace con accanto le principesse Elizabeth e Margaret. Affascinate dall’entusiasmo dei londinesi e stanche dei lunghi anni di semi reclusione nel castello di Windsor dove erano state messe in salvo per paura dei raid della Luftwaffe, le due principesse chiedono ai genitori il permesso di uscire da palazzo per festeggiare. E qui inizia la fiction vera e propria. I sovrani, pur perplessi, accettano ma affidano le figlie ai due ufficiali che accompagneranno le ragazze a un ricevimento molto formale presso l’Hotel Ritz.


Trascinata da un gruppo di ufficiali di Marina festanti, Margaret riesce a sgattaiolare via dall’hotel, costringendo Elizabeth a inseguirla per tutta Londra. La futura regina, poco pratica della città e soprattutto non abituata alla vita “normale”, viene soccorsa da Jack, un giovane aviere il quale, ovviamente, non la riconosce. La corsa affannosa della riflessiva e posata Elizabeth alla ricerca della sventata e allegra Margaret si trasforma quasi nel viaggio esistenziale e di scoperta di una ragazza destinata al trono ma lontana dalla realtà della nazione. Elizabeth tornerà a Buckingham Palace trasformata, più adulta, più sicura di sé e dei propri doveri.

Una notte con la regina scorre veloce grazie al ritmo sostenuto imposto dalla brillante sceneggiatura ricca di battute, gag ed equivoci. Tanti i riferimenti al passato e al presente della futura sovrana e della sorella minore. Nella famosa notte del Giorno della Vittoria molto probabilmente le due principesse hanno vissuto esperienze decisamente meno rocambolesche di quanto raccontato nella pellicola, ma il film ottiene il risultato di essere molto credibile perché in effetti la vita futura delle due figlie di Giorgio VI sarà esattamente così: una destinata al trono seria e consapevole dei propri doveri, l’altra spensierata e con una costante voglia di fuga. Ed esattamente come durante questa immaginaria notte della vittoria, la sorella maggiore si sentirà sempre responsabile di una sorella minore alla continua ricerca di sé e di una irraggiungibile felicità.
Il legame fortissimo fra le due sorelle è il filo conduttore di Una notte con la regina, ma la sceneggiatura mette in evidenza anche quelli che saranno i tratti distintivi delle personalità delle ragazze una volta diventate adulte: serissima e responsabile l’una, imprevedibile e parecchio sconsiderata l’altra. Sullo sfondo due genitori severi ma compresivi, una formalissima queen Elizabeth e un Giorgio VI accigliato ma disposto a chiudere un occhio sulle scappatelle delle amatissime figlie.
Insomma la trama, i personaggi e il gioco degli equivoci di Una notte com la regina sembrano presi direttamente da una commedia “sofisticate” degli anni ’40, mentre la caccia alla principessa sparita nel gorgo delle feste ricorda parecchio la “fuga reale”, questa volta del tutto immaginaria, raccontata nel mitico e indimenticabile “Vacanze romane”.

«L’idea delle due principesse in giro per la città in incognito era molto intrigante e il film narra quindi un piccolo episodio di fantasia che però trae spunto da quella storia vera», spiega il regista Julian Jarrold, autore, fra gli altri di Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro, Ritorno a Brideshead.
Una notte con la regina è stato prodotto da Robert Bernstein e Douglas Rae della Ecosse Films, la società di produzione inglese già nota per film nei quali fatti realmente accaduti e figure storiche vengono mescolati con elementi di finzione come “Mrs. Brown – La mia regina”, “Nowhere Boy” e “Becoming Jane – Il ritratto di una donna contro”.
«La chiave giusta per rendere al meglio questo genere di film è realizzarli divertendosi, attenendosi contemporaneamente il più possibile alla storia vera» osserva Bernstein. «Devi creare un mondo parallelo, consentire alle persone di credere ai personaggi con cui hai deciso di popolare quel mondo e poi far sì che quei personaggi inizino un viaggio. La Regina è estremamente benvoluta perché ha un forte legame con il suo popolo. Nel film noi giochiamo con l’idea di come questo legame si sia rafforzato proprio grazie all’esperienza vissuta in quella famosa notte».

Protagonisti di Una notte con la regina tre giovani promesse del cinema: Sarah Gadon (Elizabeth), Bel Powely (Margaret) e Jack Reynor (Jack) che sono estremamente credibili nei panni di personaggi così popolari perché, come fa notare Jarrold: «Era un’operazione delicata: gli artisti dovevano avere la capacità esistere nell’eccentrica e fantasiosa ambientazione del film, rimanendo assolutamente fedeli alla realtà». Proprio per questo a Sarah Gadon ha lavorato con un consulente storico e ha studiato a lungo i filmati dell’epoca (fra cui quello del famoso discorso di Cape Town) per riuscire a riprodurre al meglio l’accento e il tono di voce della giovane Elizabeth. Accanto ai tre giovani attori ci sono Rupert Everett, un Giorgio VI sicuramente meno bello di Colin Firth ma certamente più tormentato e segnato dai terribili anni della guerra, ed Emily Watson nei panni della futura Queen Mum.

I costumi di Una notte con la regina

La Giornata della Vittoria è stata riprodotta fedelmente partendo da fotografie, filmati, giornali, archivi e memorie di quel memorabile 8 maggio 1945 l’ha vissuto in prima persona. Nonostante durante la guerra i tessuti a disposizione fossero pochissimi, l’allora regina consorte Elisabetta vuole dare di sé un’immagine sempre elegante ma più tenera e rassicurante dello stile glamour e chic della sua rivale Wallis Simpson. La moglie di Giorgio VI indossa colori pastello che le consentono di essere sempre riconoscibile, soprattutto durante la guerra nell’East End di Londra. «I toni freschi dell’azzurro tenue e del rosa pallido l’avrebbero sempre fatta spiccare tra la folla», spiega la costumista Clair Anderson. Tuttavia, visto che la storia è ambientata in una sola notte, nel film, sebbene fossero fondamentali, i costumi della famiglia reale erano effettivamente pochi. Ciò che in realtà ha impegnato molto la Anderson sono state le comparse i cui costumi dovevano contribuire a creare la sensazione di un’epoca.

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L’ambientazione di Una notte con la regina

La maggior parte delle scene è stata girata in esterna ma per la produzione si è trattato di una vera e propria sfida. Non potendo utilizzare la costosa Londra, visto il budget decisamente limitato di questo film indipendente, il regista ha optato per la cittadina di Hull nel nord dell’Inghilterra dove sono state ricreate sia Piccadilly che un dedalo di viuzze medioevali simili a quelle di Soho. L’esperienza si è rivelata particolarmente interessante sia per la troupe che per il cast. «Tutto quello che abbiamo girato ad Hull è stato caratterizzato da entusiasmo, eccitazione ed energia – ricorda Sarah Gadon – erano completamente rapiti e immersi nelle riprese del film. Volevano fortemente essere lì in quel momento e far parte di quel progetto. Era inevitabile che questo aggiungesse qualcosa di positivo a tutto il lavoro».
Nella finzione cinematografica Chatsworth House nel Derbyshire e il castello di Belvoir nella contea di Leicestershire sono diventate Buckingham Palace. «Non esiste un luogo identico alla residenza londinese dei sovrani per cui ci è sembrato più opportuno mescolare gli ambienti di due location diverse e sia Chatsworth che Belvoir ci consentivano di ricreare le dimensioni delle stanze più adatte alle nostre esigenze». Più complicato trovare una location che riproducesse gli interni dell’hotel Ritz così la scelta è caduta sul bellissimo Grand Hotel Metropole di Bruxelles dove è stata girata una delle scene più importanti del film perché quella più vicina alla realtà dei fatti.

Una notte con la regina a Londra

Infine, dopo aver ottenuto il permesso dalla Royal Parks Authority previa valutazione della sceneggiatura, l’intera troupe si è spostata a Londra per filmare le scene all’esterno di Buckingham Palace, sul Mall e a Trafalgar Square che, ricorda il regista, «sono state molto emozionanti per tutti anche perché sono state realizzate proprio l’8 maggio, il Giorno della Vittoria e questa cosa ha aggiunto un po’ di eccitazione. Girare lì è stato fantastico. Guardavamo il Palazzo e ci chiedevamo se la Regina ci stesse spiando da dietro le tende. Ovviamente non lo sapremo mai».

Per dovere di cronaca bisogna dire che Elizabeth e Margaret sono realmente uscite per festeggiare la Vittoria, ma accompagnate da un folto gruppo di coetanei ed alcuni chaperon compresa la loro nanny e diversi ufficiali di scorta fra i quali il Group Captain Peter Towsend di cui in futuro si sentirà molto parlare.

Il trailer di Una notte con la regina lo trovate qui

La locandina italiana di Una notte con la regina

Dopo il trailer di Una notte con la regina ecco il lungo e recentissimo documentario di ITV realizzato in occasione dei 90 anni della regina Elisabetta II: Our Queen at 90

Infine piccola nota personale a conferma che niente, come fanno i film in costume gli inglesi non ce n’è per nessuno. Stavo riordinando delle immagini della giovane Elisabetta e mi sono imbattuta in questa foto che deve essere stata realizzata più o meno alla fine della Seconda guerra mondiale. Ecco non avete anche voi l’impressione che Queen Mum sia vestita esattamente così nel film? 

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Una notte con la regina esce nelle sale il 7 aprile, aspetto le vostre impressioni e io nel frattempo ringrazio Valentina Guidi e Mario Locurcio, press agent italiani del film, che mi hanno dato la possibilità di vederlo in anteprima per voi.

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