Chi è davvero il futuro Felipe VI?

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C’è una differenza davvero sostanziale fra Felipe de Borbòn y Grecia e suo padre Juan Carlos de Borbòn y Borbòn: Felipe è cresciuto con la democrazia. Aveva solo sette anni alla morte di Franco, tredici appena compiuti il 23 febbraio 1981; uno di più quando i socialisti vincono le elezioni. Ha festeggiato la maggiore età giurando sulla Costituzione, i principi della libertà li ha studiati all’università diventando l’erede al trono più preparato e colto della storia spagnola.

Quello che giovedì 18 giugno diventerà re di Spagna con il nome di Felipe VI re è un uomo alto quasi due metri (1 e 97 per la precisione) per 85 chili, capelli crespi domati solo grazie a un gran lavoro e profondissimi occhi azzurri sovrastati da folte sopracciglia. Con un fisico del genere qualsiasi abito gli dona, il completo grigio scuro con la camicia chiara e la cravatta sempre perfettamente annodata delle visite ufficiali, le divise, ma anche i pantaloni kaki e gli scarponi da trekking che indossa quando partecipa al cammino di Santiago come un pellegrino qualsiasi. Felipe di Spagna è bello, forse il più bello fra i giovani sovrani e principi ereditari europei e in più è, dicono, simpatico e sensibile. Ogni tanto appare distante, come mai suo padre, ma l’immagine svanisce quando sorride e il viso si trasforma per lasciare spazio alla cordialità. Il che succede molto spesso quando ha accanto le sue bambine.

“Di sicuro – ha detto qualche anno fa Jesùs Rodrìguez editorialista del quotidiano El Paìs – in pochi lo conoscono veramente bene; l’erede al trono concede raramente interviste e mantenere una conversazione informale con lui è quasi impossibile visto il ferreo servizio di sicurezza che lo circonda”. In generale Felipe di Borbone viene definito “timido, prudente, preparato, simpatico e serio”, chi è riuscito ad approfondire aggiunge anche: “responsabile, gentile, sottile, curioso, riflessivo e riservato”. I commenti che arrivano da un circolo ristrettissimo di persone a lui vicine vanno un tantino di più in profondità: “testardo, sentimentale, romantico, tranquillo, dotato di una memoria fotografica e di una notevole sensibilità, solido nelle sue convinzioni, bravo nel raccontare barzellette, ottimo gourmet, fedele nelle amicizie, enormemente geloso della sua intimità e dotato di una grande pazienza”.

Ma soprattutto il successore di Juan Carlos appare oggi come un uomo perfettamente a suo agio nel ruolo che gli è toccato in sorte. “Ama il suo lavoro – hanno osservato molti prestigiosi giornalisti stranieri – ha saputo cogliere il tono giusto delle cose e non è straziato da conflitti esistenziali a proposito del suo destino”. Dicono sia timido, ma in anni di duro apprendistato scolastico, militare e alla scuola dei suoi genitori, ha imparato a governare anche questo problema, o, quanto meno, a nasconderlo in pubblico. Dicono sia la prudenza fatta persona e che gli manca del tutto il lato “popolare” de re, la sua simpatia spontanea, l’olfatto e l’intelligenza politica sviluppati dopo molti anni di difficoltà. Carenze alle quali Felipe di Borbone supplisce con la riflessione e poi ascolta, osserva, studia, cerca informazioni, chiede documenti.

Il futuro re dorme poco e la CNN insieme ad Internet lo accompagnano dalla mattina presto. Prende appunti in continuazione e ritocca tutti i discorsi che gli scrivono. E’ un metodico, non certo impulsivo, ma al contrario estremamente riflessivo. Prima di affrontare una questione delicata temporeggia, tarda a rispondere.

Fino a qualche anno fa tutti pensavano che a Felipe sarebbe toccato gestire la normalità, insomma essere una sorta di tecnico della monarchia invece anche Felipe VI, che succede al padre in un momento molto difficile per la Spagna e per la dinastia, dovrà conquistarsi il trono e il suo posto al sole. E farsi amare.

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La nascita a Madrid, il 30 gennaio 1968, di don Felipe di Borbone e Grecia, terzo figlio dei sovrani spagnoli è un avvenimento politico di grande rilievo. Il bambino assicura alla dinastia, il cui destino è ancora incerto e tutto nelle mani del generalissimo Franco, la successione per via maschile. Anche il suo battesimo pochi giorni dopo, ha un forte valore simbolico e politico per la presenza nei saloni della Zarzuela, della bisnonna e madrina del piccolo, la regina Vittoria Eugenia (che non mette piede in Spagna dal 1931), del nonno paterno don Juan e dello stesso Franco.  

Felipe vive i suoi primi anni nella nursery della Zarzuela circondato dall’attenzione e dalle cure di una madre premurosa e attenta con tutta la sua prole, ma in adorazione totale di fronte a quest’unico figlio maschio che per tanti versi, come lei stessa ha riconosciuto, le ricorda re Paolo di Grecia, il padre amatissimo troppo presto scomparso.

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Dopo gli studi primari e secondari al Collegio di Santa Maria de los Rosales Felipe passa un anno di formazione pre-universitaria al Lakefield College School in Canada prima di effettuare il suo apprendistato militare nelle Accademie e nelle scuole delle tre Armi. “Quella del Canada – ha ricordato Sabino Fernandez Campo, all’epoca capo della Casa Real e uno dei sostenitori del progetto – è stata un’esperienza utile e molto formativa, ma dura per un ragazzo che non si era mai allontanato da casa. Il freddo, la distanza, la solitudine, la necessità di crearsi nuove amicizie in un luogo estraneo dove si parlava un’altra lingua…”. Una passeggiata rispetto ai tre anni in divisa durante i quali, come tutti i cadetti Felipe deve ragionare poco e obbedire molto.

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Il giardiamarina Felipe insieme al padre e al nonno don Juan conte di Barcellona

Nelle tre accademie il principe delle Asturie viene trattato come tutti gli altri, nessun privilegio è previsto per l’erede al trono, ma semmai gli viene richiesto un maggiore impegno nello studio, infatti deve concentrare in un anno quello che i suoi compagni di corso imparano in quattro. I commenti degli insegnanti sono unanimi: il principe ha un buon carattere e in ogni scuola si integra perfettamente sia per quanto concerne lo studio e l’impegno che nel versante divertimenti e scherzi fra colleghi.

Erede della corona fin dalla proclamazione a re di suo padre, nel 1977 Felipe viene creato  principe delle Asturie, di Gerona e di Viana titoli che un tempo erano concessi ai primogeniti dei re di Castiglia, Aragona e Navarra, dalla cui unione è nata, nel XVI secolo, la moderna monarchia spagnola. Al compimento dei 18 anni il principe giura, davanti alle Cortès riunite in seduta solenne, fedeltà alla Costituzione e al Re, assumendo così in pieno il suo ruolo istituzionale di successore della Corona.

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L’anno successivo Felipe, all’epoca Guardamarina nella nave scuola “Juan Sébastian Elcano”, compie il lungo viaggio dei cadetti di Marina e durante le varie tappe viene ricevuto in forma ufficiale dai presidenti di Argentina, Brasile, Stati Uniti, Repubblica Dominicana e Uruguay. Laureato in Diritto presso l’Università Autonoma di Madrid Felipe completa il suo brillante cursus scolastico frequentando un Master biennale in Relazioni Internazionali presso il Dipartimento degli Affari Esteri, la Edmund A. Walsh School, dell’Università di Georgetown (Washington D.C.) specializzandosi nei problemi legati allo sviluppo dei paesi Latino-americani, del nord Africa e del Medio Oriente. In America il principe delle Asturie è libero, per la prima e ultima volta nella sua vita, nel campus riesce a passare abbastanza inosservato e vive come uno studente qualsiasi con il computer sul tavolo della cucina nell’appartamento che divide con il cugino Paolo di Grecia. Gira in bicicletta o su una vecchia Ford, va spesso a New York e, a quanto pare, cucina ottime tortillas di patate per i compagni di corso, ma sicuramente non perde tempo e conclude i suoi studi “summa cum laude”. 

Laureato e “masterizzato” il principe inizia a effettuare viaggi ufficiali in Europa, Centro America, nel mondo arabo, in Estremo Oriente e Oceania e dal gennaio 1996 rappresenta ufficialmente la Spagna in occasione delle cerimonie di insediamento di tutti i presidenti latino-americani.

Attento alle questioni più direttamente legate al suo paese, come lo sviluppo economico, l’ambiente, la comunicazione sociale, le imprese, l’occupazione giovanile, il principe delle Asturie, segue il consiglio del padre, – “fatti conoscere dagli spagnoli e conosci il tuo paese” – e visita tutte le comunità autonome della Spagna, un tour trionfale concluso nella primavera del 2001 quando il principe è stato ricevuto dalla comunità autonoma di Madrid.

Economia e cultura sono le attività nelle quali si identifica principalmente: “mi sento molto vicino al mondo dell’impresa – ha dichiarato – si tratta di una realtà dinamica ed in movimento che sta realizzando nel nostro paese qualcosa di tangibile. Voglio fare il possibile questo settore”.

Presidente onorario di molte associazioni e fondazioni, Felipe consegna ogni anno l’ormai celebre premio “principe delle Asturie” (tra i laureati italiani il giornalista Indro Montanelli e l’allora commissario europeo per i rifugiati, Emma Bonino). Fra i professori il più amato è stato sicuramente Franciso Tomàs y Valiente, docente di storia del diritto ed ex presidente del Tribunale Costituzionale e quando l’ETA lo uccide, nel febbraio 1996, Felipe durante i funerali non trattiene le lacrime. Una sensibilità che molti gli riconoscono e lui stesso conferma, le visite nei luoghi della sofferenza lo toccano nel profondo, ma non si tira mai indietro: “a certi funerali – ha ammesso durante un’intervista alla televisione spagnola – la nostra presenza non è facile. Però io sono lì come erede della Corona, non posso dimenticare la mia condizione”.

Ottimo sciatore, Felipe ama soprattutto la vela e nel 1992 fa parte della squadra olimpica ai giochi di Barcellona, sfilando come portabandiera della Spagna durante l’inaugurazione e commovendo fino alle lacrime la madre.

Tra il 1996 e il 1997 ha presentato i dieci capitoli della serie televisiva “La Spagna selvaggia” un documentario dedicato alla natura iberica realizzato con il patrocinio della fondazione ambientalista TENEO e del WWF – World Wildlife Fund spagnolo.

Il quasi perfetto Felipe ha dato ai genitori un solo grande problema: i suoi amori impossibili. Cioè, impossibili per dal punto di vista del re e soprattutto della regina Sofia in quanto le candidate alla mano del futuro re non sono mai state ritenute all’altezza della situazione.

Nel corso dell’intervista concessa alla televisione spagnola in occasione del suo trentesimo compleanno, il principe mette in chiaro alcuni punti fondamentali a riguardo: nessuna preoccupazione di rango (quindi addio alla Pragmatica Sanzione la legge di famiglia che vieta i matrimoni “diseguali”), massimo rispetto delle norme dettate dalla Costituzione, ma anche totale libertà di scelta per quanto concerne la donna da sposare.  A lui non interessano posizione e sangue blu, Felipe è attento, prima di tutto, al carattere e alle qualità umane. “Sarà un matrimonio basato sull’amore – aveva assicurato all’epoca il principe – il rispetto e l’affetto. E per quanto concerne l’origine reale della mia futura sposa ho già detto più volte che non mi sento obbligato in questo senso, ma piuttosto al rispetto di quanto previsto dalla Costituzione del 1978”. ****

Ai tempi del suo primo amore “ufficiale”, quello molto pubblicizzato e fotografato con Isabel Sartorius, figlia del marchese di Marino, la monarchia vive anni di dubbi sull’opportunità o meno di consentire a queste nozze in quanto, a parte il rango ineguale, i genitori di lei erano divorziati.

Nessuna incertezza, invece, sul no alla fidanzata ufficiosa numero due, Giselle Howard, una ricca americana amica della moglie del principe Paolo di Grecia. Intorno al 1996 i giornali rosa e la “presse du coeur” candidano alla mano di Felipe la principessa Tatiana del Lichtenstein, figlia del sovrano del piccolo stato, una bionda florida, allevata con rigore tedesco che passa anche un periodo di studi in Spagna, ospite della zia, la principessa Nora, seconda moglie del marchese di Marino. La fanciulla è, ovviamente, molto gradita a Sofia, ma non se ne fa nulla.

Poi arriva la norvegese Eva Sannum e per la prima volta, la Casa Real ammette l’esistenza di un “rapporto di amicizia”. La bellissima, alta e bionda, Eva è spesso a Madrid, partecipa a un viaggio in India con il principe e un gruppo di amici (tra cui il cugino Nicola di Grecia), viene fotografata con Felipe a Parigi e in Svizzera. A Sofia Eva Sannum, che per mantenersi agli studi ha fatto la modella di biancheria intima, non piace e si dice che in questo periodo le discussioni con il figlio siano all’ordine del giorno.

La presenza della bella Eva alle nozze dell’erede al trono di Norvegia, lo stesso che nel 1997 l’aveva presentata al principe delle Asturie, la possibilità di un incontro pur fortuito con Sofia, il fatto che per la prima volta i due innamorati partecipino insieme (seppure lontani sia in chiesa che al banchetto) a un evento sociale così prestigioso, scatena le ipotesi, i commenti e fa sperare in un incontro chiarificatore con la futura suocera. Ma non accade nulla. Nei giorni immediatamente successivi alle nozze reali norvegesi il quotidiano spagnolo El Paìs riferisce il laconico commento di un portavoce della Casa Reale: “sono amici da parecchio, questo è evidente…il tempo dirà il resto”. In Spagna si discute sull’opportunità di questo matrimonio e la pressione su Felipe è enorme.

Qualche mese dopo i due troncano ufficialmente, pare che Sofia non abbia apprezzato l’abito scollatissimo di lei e alcune foto in cui tiene in mano un bicchiere di cognac. Niente confronto a quello che verrà in seguito dai generi e dalla nuora.

Comunque il principe ha capito l’antifona e quando incontra una bella giornalista asturiana, sceglie la strada del segreto e del silenzio totale, con tutti, anche con i genitori che mette di fronte al fatto compiuto.

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**** La Costituzione del 1978 ovviamente non ne fa parola e definisce così la legge di successione (articolo 57): “la corona di Spagna è ereditaria per i successori di Sua Maestà Juan Carlos I di Borbone, erede legittimo della dinastica storica (con queste due parole viene riaffermato il carattere legittimo della monarchia spagnola e negato il concetto di reinstaurazione franchista e al momento dell’elaborazione della costituzione don Juan ha abdicato ai suoi diritti, rendendo Juan Carlos erede dinastico a pieno titolo). La successione al trono seguirà l’ordine regolare di primogenitura e di rappresentazione, la linea principale sarà sempre preferita alla secondaria; nella stessa linea si procederà dal grado più vicino al più lontano; allo stesso grado l’uomo alla donna e nello stesso sesso il maggiore al cadetto”. Il paragrafo 4 dello stesso articolo 57 recita: “Le persone che avendo diritto al trono contrarranno matrimonio nonostante il divieto formale del re e delle Cortes saranno escluse, insieme ai loro discendenti, dalla successione alla corona”.

copyright foto: Hola.com, Casa Real

AGGIORNAMENTI E ORARI DELL’ABDICAZIONE E DELLA PROCLAMAZIONE:

mercoledì 18 giugno

Alle 18 il Primo ministro Rajoy darà lettura della “legge organica” dell’abdicazione approvata nei giorni scorsi dalle Cortès. Il re quindi firmerà il documento. La cerimonia si svolgerà nel Salone delle Colonne del Palazzo Reale di Madrid di fronte a 150 invitati fra cui le più alte autorità dello Stato presenti anche la regina Sofia, i principi delle Asturie con le loro figlie, la infanta Elena e le due sorelle del re le infante Pilar e Margarita. 

Juan Carlos sarà comunque ufficialmente ancora re fino alle 00 del giorno successivo quando la legge entrerà in vigore dopo la pubblicazione nel Bollettino ufficiale dello Stato. Da quel momento Juan Carlos cesserà di essere il capo dello Stato e il Capo supremo delle Forze Armate, tutte funzioni che passeranno automaticamente al figlio Felipe VI.

per vedere la cerimonia inn diretta http://elpais.com/elpais/2014/06/18/videos/1403093823_352284.html?autoplay=1

giovedì 19 giugno

La prima cerimonia ufficiale della giornata si svolgerà alla Zarzuela alle 9 e 30; nella Sala delle Udienze l’ex sovrano passerà al figlio e nuovo re le insegne di Capitano generale e si metterà sull’attenti davanti a lui.

Domani commenti liberi dalle 17 circa per seguire in diretta streaming (speriamo) l’abdicazione.

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