E in Ispagna son già mille e tre

JuanCarlos

Don Juan (Carlos) come don Giovanni, anzi meglio. Qualche settimana fa una notizia ha fatto stranamente scalpore. Dico stranamente perché a parte la catalogazione, con annessa contabilità della cifra esatta che resta comunque aleatoria non avendo il sovrano spagnolo Leporello al suo servizio, la cosa si sapeva e da mo’.

In tempi non sospetti e quando tutti gli spagnoli erano ancora felicemente juancarlisti e Letizia Ortiz faceva la studentessa di sinistra senza velleità alcuna di cingere una corona, serissimi studiosi già sostenevano che il matrimonio del re di Spagna era  abbondantemente naufragato sugli scogli dell’infedeltà. Charles Powell nel 1996 e Paul Preston nel 2003, autori di due corpose biografie (storico-politiche, non di pettegolezzi) su Juan Carlos, scrivono nome, cognome e indirizzo della più nota maitresse reale. Le confidenze fatte dalla regina Sofia alla giornalista Pilar Urbano (la sua biografia, l’unica autorizzata della sovrana, è uscita per Plaza & Janes nel 1996) confermano una realtà di coppia complessa e difficile. Che i due abbiano attraversato momenti di crisi non è un mistero e che sia stato il senso del dovere – forte in entrambi – a riportarli verso una almeno apparente serenità, se non alla passione di un tempo, emerge molto chiaramente quando la regina di Spagna afferma che, secondo lei, l’amore è un sentimento vivo, ma in continua crescita ed evoluzione. “Il mio, il nostro – dice – si è trasformato in amicizia. Sono la sua compagna di viaggio e in questo viaggio noi siamo insieme su un cammino che non finisce mai. Perché noi conduciamo delle esistenze nella stessa direzione, spinti dalle identiche motivazioni”. Più chiaro di cosi.

Insomma i problemi ci sono stati, ma la regina evidentemente ha fatto in modo che essi non prendessero mai il sopravvento sui doveri. Probabilmente fra i due si è arrivati ad una sorta di “gentlemen agreement” per il bene dei figli e della nazione, visto che la Spagna oggi non può fare a meno né dell’uno, né dell’altra. Sono anni che il re e la regina di Spagna non vengono ritratti in atteggiamenti affettuosi l’uno verso l’altra, come era un tempo, ad esempio per Baldovino e Fabiola del Belgio, come è tutt’ora per gli attuali sovrani del Belgio o per Margarethe di Danimarca e il principe Henrik. Qualcuno attribuisce questa mancanza di calore al naturale riserbo di Sofia, ma la regina non è sempre così, basta guardarla quando è in compagnia dell’adorato figlio Felipe, dei nipoti o del fratello e della cognata che essa bacia e abbraccia con grande trasporto anche in pubblico. Difficile parlare di timidezza, visto che la famiglia reale spagnola – al contrario di quella inglese – non ha mai indossato la maschera dell’imperturbabilità e della compostezza. I sovrani ridono, si entusiasmano per le vittorie sportive, sono in lacrime al funerale di don Juan e a quello dell’anziana zia, l’infanta Cristina, il re piange apertamente durante le esequie della madre, la regina e il principe Felipe esultano alle Olimpiadi per le vittorie degli atleti spagnoli.

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C’è da dire che Sofia di Grecia sapeva benissimo chi stava sposando. I Borboni sono costituzionalmente focosi e caratterialmente infedeli. Basta dare un’occhiata all’albero genealogico del re di Spagna.

  • Alfonso XIII, suo nonno, il bambino nato re, è un grande cacciatore di selvaggina e di donne di tutti i ceti sociali e alla moglie Vittoria Eugenia di Battemberg, della quale si innamora rapidamente e brevemente, farà vedere i sorci verdi. I suoi figli non saranno da meno, di uno in particolare, don Jaime, si narrano imprese epiche e performance da record che mettono a dura prova anche la pazienza della moglie, sottoposta a pesanti tour de force. Anche don Juan, il conte di Barcellona, padre del re pare si sia dato molto da fare;
  • Isabella II, la sua quadrisavola, era piuttosto vivace, tanto che diversi dei suoi figli probabilmente non sono del marito legittimo, il quale – ad onor del vero – preferiva alla legittima e non avvenente consorte, i giovani ufficiali;
  • Maria Luisa di Borbone-Parma, moglie di Carlo IV non solo è sciocca, brutta ed arrogante, ma è anche una ninfomane, perversa e intrigante che rimarrà nella storia, con il gentile contributo del pennello crudele ed implacabile di Goya, come una delle peggiori regine di Spagna;
  • Luigi XV, re di Francia e nonno di Maria Luisa, è un traditore del genere ossessivo compulsivo; secondo gli storici con il sesso cura la sua latente depressione e la sua paura della morte. Oltre alla serie delle amanti ufficiali e note ha anche una specie di riserva di caccia il celebre “parc aux cerfs”, una villetta dove giovani e leggiadre fanciulle aspettano la visita reale, insomma un harem in stile Francia del XVIII secolo; 
  • Filippo V, re di Spagna, ha un robusto appetito sessuale e la mancanza di “sfogo” gli procura feroci mal di testa, ma è anche molto religioso, così si sfoga obbligatoriamente solo con le mogli. La prima, sfinita, muore presto, la seconda usa il letto per ottenere quello che vuole e successivamente governare il paese; 
  • Luigi XIV, re di Francia, bisnonno di Luigi XV e nonno di Filippo V, per questioni politico-dinastiche ha una moglie noiosissima ma si consola in fretta e facilmente;
  • Enrico IV, re di Francia, più volte antenato dei Borboni di Spagna. Ci saranno pure dei buoni motivi se Enrico passa alla storia con l’affettuoso soprannome di “Vert Galant”. Tradotto alla lettera significa “verde galante” e non si riferisce al colore del ritratto equestre piazzato a metà del parigino Pont Neuf, ma alla sua passione sfrenata per le belle donne. Le due parole sono una espressione letteraria che indica un uomo intraprendente, dal punto di vista sentimentale, nonostante l’età, e rappresentano con estrema precisione la personalità e le attitudini di Enrico. Il primo Borbone sul trono di Francia alle donne corre dietro per tutta la vita e nei numerosi letti in cui si riesce ad infilare forse rischia più che in battaglia. Enrico, che combatte prima per salvare la vita e i suoi possedimenti e poi per il regno, coltiva in serenità e senza molti problemi, una lunga serie di relazioni con annessi figli illegittimi che fa allevare insieme alla prole ufficiale e per tutti ha un amore ed una tenerezza enorme. Sposa Maria de’ Medici, ma si impegna anche con Henriette d’Entrangues, tanto che le due signore partoriscono un figlio di Enrico ad un mese di distanza l’una dall’altra.

Ovviamente lungi a me giustificare il don Juan (Carlos) ma un gatto resterà sempre cacciatore (e questo lo dico con cognizione di causa, in questi giorni una delle mie due passa il suo tempo con il naso incollato alla finestra, per ora fa solo bird watching ma non oso pensare cosa potrà combinare appena avrà libero accesso al giardino) e il giovane sovrano, già notevolmente prestante di suo, quando sale al trono acquisisce automaticamente quella dose aggiuntiva di charme che è indissolubilmente legata al potere.

Insomma che Pilar Eyre (autrice di vari libri sulla monarchia spagnola, fra cui una storia romanzata di Vittoria Eugenia e un “Secretos y mentiras de la familia real”) riveli nel suo “La soledad de la reina” (biografia segreta e ovviamente non autorizzata della regina di Spagna) qualcosa che più o meno si sapeva mi lascia abbastanza indifferente, mentre  il fare notizia con il numero (1500 in una trentina d’anni più meno fa una cinquantina all’anno, cioè quasi una alla settimana, quindi una attività ricreativa decisamente impegnativa per una persona con una agenda abbastanza piena) e con il nome che fa sempre scalpore (lady Diana) mi pare soprattutto una manovra giornalistica di bassissima lega.

Di sicuro la fama di donnaiolo ha contribuito alla popolarità di Juan Carlos, piuttosto che il contrario e in generale gli spagnoli hanno sempre difeso e perdonato il loro amatissimo re. Infatti quando, nel 1992, un giornale italiano porta alla ribalta la notizia di una presunta relazione del re con la catalana Marta Gayà, in Spagna si grida al complotto. Lo stesso primo ministro Felipe Gonzàles accusa gli autori dello scoop di essere manovrati da qualcuno che vuole minare il prestigio della nazione e del sovrano in un anno di grandi trionfi. Pablo Castellano, esponente di spicco dell’estrema sinistra dichiara: “mi interessa una sola notte della sua vita, quella del 23 febbraio 1981”.

Venti anni dopo la situazione è diversa, Juan Carlos è ancora molto amato ed apprezzato per il ruolo avuto nel momento della transizione e per essere stato il garante ed il custode della democrazia; il ruolo e l’apporto di Sofia sono considerati fondamentali, ma sul resto, cioè sulla famiglia, sull’erede al trono e sul futuro della monarchia, sulla sua necessità, pochi sono quelli che hanno vere certezze. La freddezza della coppia Asturie, tanto diversa dal calore e dalla cordialità di Juan Carlos, gli scarsi consensi raccolti da Letizia (che è migliorata nello stile, ma non nella simpatia) e lo scandalo Urgandarìn rischiano oggi di aver conseguente assai disastrose, più del catalogo di dona Pilar.

E se volete saperne di più sulle nozze fra Sofia di Grecia e Juan Carlos di Borbone cliccate qua

ps ovviamente, a parte il capoverso finale che è serissimo, prendete il tutto con il dovuto sense of humor, a partire dal catalogo di Leporello e dalla lista dei Borboni focosi che si insomma è tutto storicamente provato, ma non ho verificato se ci siano studi scientifici sulla trasmissione genetica dell’impulso a mettere le corna 😉 …

aggiornamento del 14 aprile (grazie Paola!)

Il re di Spagna – a caccia di elefanti nel Botswana, uno stato del continente africano – è caduto fratturandosi l’anca destra ed è stato immediatamente rimpatriato per essere operato a Madrid. Le fonti ufficiali – la Casa real – hanno fatto sapere che al sovrano questa mattina questa mattina è stata inserita una protesi. Un periodo decisamente negativo per la famiglia reale spagnola, prima con i guai del genero Undargarìn, poi con l’incidente di Felipe de Marichalar il figlio della infanta Elena che si è sparato ad un piede con un fucile da caccia (fra l’altro il ragazzino ha tredici anni e, secondo la legge, ce ne vogliono quattordici per maneggiare un’arma il che ha scatenato accese polemiche) e adesso la caduta e l’operazione di Juan Carlos. Magari se lasciassero perdere la caccia sarebbe meglio per tutti, in primis per gli elefanti e poi anche per i loro arti.

Ulteriore aggiornamento, secondo il sito Hola.com la regina Sofia non sarebbe a Madrid al capezzale del marito, come tutti si aspettavano, ma in Grecia insieme al fratello Costantino ed alla sua famiglia per le celebrazioni della Pasqua ortodossa che cade questo fine settimana. Non rientrerà prima di lunedì. Credo che qualsiasi commento sui rapporti della coppia reale spagnola sia, a questo punto, del tutto superfluo.    

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