The Queen, una regina da Oscar

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The Queen è un film strardinario, da guardare se non l’avete ancora visto, da riguardare se volete ricordare quei giorni di venti anni fa. Helen Mirren interpreta una Elisabetta sconvolta, inquieta, presa fra mille fuochi. E’ uno di quei film in cui il co protagonista è solo un fantasma eppure magicamente presente. Poi dopo guardate anche “Il discorso del re”.

 Il giorno più lungo di Elisabetta Windsor sposata Mountbatten è stato sicuramente quello cominciato con la notizia che la sua nuora più mediatica ed agitata, quella che negli ultimi anni le aveva dato, oltre a due splendidi nipoti, anche un certo numero di grattacapi, era morta Parigi**. Il capitolo Diana, chiuso così rapidamente e tragicamente, ha rischiato di trasformarsi in una vera e propria catastrofe per la famiglia reale e per la dinastia, ma la sovrana è riuscita a trasformare un momento di enorme difficoltà in una vera e propria riscossa. La “principessa del popolo” aveva, forse inconsapevolmente, aperto strade nuove ai royal inglesi, ma non era stata capace di gestire questo “new deal”, ci riuscirà Elisabetta II, la suocera con cui in fondo lady D. non aveva mai legato. E secondo lo scrittore inglese Robert Lacey l’affaire Diana consente alla sovrana di fare uno dei gesti più apprezzati di tutto il suo lungo regno. “Alla morte di Diana – spiega Lacey – Elisabetta è stata molto criticata per non aver reagito ed essere rimasta a Balmoral in Scozia. Al suo ritorno a Londra c’era quasi aria di rivoluzione. Finalmente la vigilia del funerale c’è stata la famosa intervista, in diretta, mentre Elisabetta che non si esprime con facilità ed è piuttosto rigida preferisce registrare i suoi interventi. Il momento era veramente critico e lei ha capito che prima di tutto doveva conquistare il cuore della gente. L’ha fatto parlando in tv e rivelando i suoi sentimenti. Ha usato le parole giuste « Vi parlo come regina e come nonna» quindi il suo essere rimasta a Balmoral era motivato dal fatto che prima di tutto venivano i suoi nipoti ormai orfani di madre”. In quel preciso istante, assicura Lacey, Elisabetta II ha capovolto la situazione.

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Il film, diretto da Stephen Frears, con Helen Mirren e Michael Sheen, è del 2006 ed è stato candidato agli Oscar per miglior film, migliore interpretazione femminile (vinto da Helen Mirren), miglior regia, miglior sceneggiatura originale, miglior colonna sonora originale e migliori costumi.

Nel maggio del 1997 dopo diciotto anni di amministrazione da parte dei Conservatori, lo scozzese Tony Blair, giovane membro di rilievo dei Laburisti, diventa Primo ministro del governo di Sua Maestà, e si prepara ad essere accolto con freddezza e distacco da Elisabetta II. Nell’agosto dello stesso anno, Diana muore in un incidente automobilistico. Il popolo britannico è affranto dalla morte della principessa, mentre la famiglia reale e la stessa sovrana rimangono a Balmoral trincerandosi in un silenzio che i sudditi non gradiscono affatto, tornando a Londra solo dopo una settimana dall’avvenimento. Il film racconta proprio questa settimana, mostrando i colloqui tra il nuovo Premier e Sua Maestà britannica, oltre che tra i collaboratori dei Windsor e quelli di Blair, passando poi per il cordoglio di una nazione e del mondo intero. La Regina Elisabetta (Helen Mirren) si rifiuta di esprimere pubblicamente il proprio cordoglio, ma il neoeletto Primo Ministro Tony Blair (Michael Sheen) cerca di farle cambiare idea. Frears rappresenta e trasmette in modo eccellente gli umori di popolo, di governo e di monarchia all’indomani di un evento che ha sconvolto l’opinione pubblica e colpito in prima persona ogni singolo individuo perché, si sa, nel 1997 non morì la Principessa del Galles ma un’icona. Ma quello che riesce meglio a Frears è il “disegno” del personaggio della Regina, grazie anche alla straordinaria interpretazione di un’inedita Helen Mirren che proprio per questo si è guadagnata un meritato Oscar (l’interpretazione di un compente della famiglia reale inglese deve portar fortuna, visto anche l’Oscar vinto da Colin Firth per “Il discorso del re”).

Pare la regina non abbia mai voluto vedere questo film, mentre ha visto ed apprezzato “Il discorso del re”.

 

* Ho tardivamente scoperto che il logo, bruttino a dire il vero, è stato disegnato da una ragazzina la quale ha vinto il concorso indetto da un quotidiano britannico, della serie un sacco di pubblicità e poca spesa, ma il risultato resta scadente.

** Credo che quel giorno un’altra persone avrebbe fortissimamente voluto essere altrove, molto altrove: il sindaco di Parigi, Jacques Chirac. M. Chirac si è ritrovato fra le mani una grana di dimensioni colossali e pare – si dice, si mormora, l’ho detto ma non ricordo dove – che quella notte non fosse neanche nel suo di letto…

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