Otto d’Asburgo (1912-2011), un europeo prima di tutto

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L’arciduca Otto d’Asburgo (morto lo scorso 4 luglio e del quale oggi 16 luglio verranno celebrati a Vienna i solenni funerali) è una delle persone che ho sognato di incontrare e di intervistare. Credo che mi pentirò per sempre di non averne avuto il coraggio anche perché un collega che l’ha conosciuto bene mi ha parlato di una persona davvero cordiale, semplice, umanamente splendida, per non dire poi del suo affascinante lato culturale e politico. La sua morte mi ha colpito profondamente anche se da tempo era anziani sempre più debole e molto provato dalla scomparsa della moglie un anno fa. Così adesso che mi accingo a scrivere un ricordo non riesco proprio a redigere una biografia tradizionale e in fondo girando sulla rete se ne trovano tante, nato, morto, studi, matrimonio, carriera politica. Questi sono solo pensieri in libertà con particolare attenzione ad un episodio della vita di Otto e sua madre Zita.

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Herr Doctor von Habsburg, così l’arciduca Otto voleva essere chiamato, non si è mai sentito un re senza regno. Mai nei suoi discorsi ha manifestato amarezza e rimpianto, sentimenti sempre considerati assolutamente inutili. Al figlio dell’ultimo imperatore d’Austria interessava soltanto l’azione concreta. «La politica è la mia vera vocazione», ha detto spesso quest’uomo che aveva come patria l’Europa intera. Nessuna nostalgia del passato, ma soltanto la ferma volontà di rendere a tutti i popoli di Europa giustizia e libertà. Otto d’Asburgo non è mai stato un nostalgico dell’Ancien Régime, ma ha seguito fino in fondo il suo destino diventando la coscienza storica e politica del vecchio continente. Laureato in Scienze politiche a Lovanio, Otto si è guadagnato la vita scrivendo, lavorando come giornalista e tenendo conferenze in giro per il mondo.

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Una foto celebre, il piccolo Otto insieme al prozio l’imperatore Francesco Giuseppe

Parlamentare europeo per venti anni è stato un Asburgo “combattente” per i suoi ideali, per l’Europa e non ha mai voluto essere catalogato come “sovrano decaduto” o “re in esilio”. Coltissimo, poliglotta (parlava sette lingue fra cui il difficilissimo ungherese), il figlio dell’imperatore beatificato nel 2004 da papa Giovanni Paolo II, aveva anche radici italiane attraverso sua madre Zita di Borbone-Parma, donna di immenso carattere che vedova a neanche 30 anni, prende con decisione in mano il destino degli Asburgo.

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Ottobre 1911, Carlo d’Asburgo sposa Zita di Borbone-Parma

La ex sovrana, che nei brevi e tragici quattro anni di regno ha già dato prova di un notevole acume politico, di una forza stupefacente e di una energia fuori del comune, nei decenni a venire dimostrerà di che pasta è fatta. Italiana di nascita, ma francese per origine e cultura, Zita viene da una famiglia numerosissima (ha 23 fratelli e sorelle), ma soprattutto profondamente cattolica e la fede sarà sempre il faro della sua vita, insieme ad una serena e coraggiosa determinazione che trasmette pari pari alla sua numerosa prole. I ragazzi, ed in particolare il primogenito Otto sulle cui spalle pesa l’eredità politica e morale degli Asburgo, studiano, si impegnano in opere caritatevoli, ma soprattutto imparano presto ad essere l’uno il sostegno dell’altro. L’inflessibile Zita non mostra segni di debolezza e di cedimento, resiste a tutte le prove, alle difficoltà economiche e politiche, e contemporaneamente inculca in questi otto piccoli esuli il senso del dovere e della responsabilità e costruisce la loro esistenza sul valore della tradizione e non di una ambizione fine a se stessa. L’erede in pectore Otto, evita di giocare all’imperatore in esilio, ma avrà un ruolo non da poco durante la II Guerra Mondiale. “Sono riconoscente a mia madre per la sua severità”, ha spiegato Ottone, aggiungendo che “questo tipo di educazione si è rivelata utile per la nostra vita, per esempio noi siamo sempre stati indipendenti e abbiamo tutti lavorato duramente”.

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Carlo I e Zita con i figli poco dopo la morte di Francesco Giuseppe e la loro ascesa al trono

Banditi dall’Austria alla fine della Grande Guerra, gli Asburgo restano nondimeno molto popolari nei loro antichi stati, specie fra le classi popolari e Zita per anni coltiva questo sentimento che presto si trasforma nella resistenza all’Anschluss il cui nome il codice è “operazione Otto”. Non per nulla Hitler definisce la piccola e apparentemente fragile Zita, “il ragno”, e tenta in più occasioni di farla assassinare, trattamento che riserva anche al figlio Otto (che finiti gli studi all’università di Lovanio si era trasferito a Berlino dove aveva conseguito un dottorato ed assistito al montare della follia nazista) condannato a morte in contumacia nel 1938. E’ noto il ruolo avuto dall’ex imperatrice nel tentativo (portato avanti insieme ai fratelli Sisto e Saverio di Borbone-Parma) di arrivare ad una pace separata per l’Austria nel 1918, mentre pochi sanno quanto Zita e i suoi figli si siano accanitamente impegnati, da subito, contro il nazismo.

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Carlo, Zita e il piccolo Otto il giorno dell’incoronazione a re d’Ungheria, paese a cui resteranno sempre molto legati

La battaglia di Zita ed Otto contro Hitler è prima di tutto d’ordine spirituale, per due cattolici come loro è impensabile condividere anche uno solo dei pensieri che il Fuhrer ha così ben circostanziato nel suo Mein Kampf , e diventa il tentativo di salvare il maggior numero possibile di persone e quindi di convincere gli americani ad intervenire per salvare l’Europa dalla distruzione. Dal 1938 alla Liberazione, Zita e Ottone non smettono un secondo di lottare per l’indipendenza dell’Austria, per la sconfitta di Hitler e la salvezza dei tanti perseguitati dal nazismo. Nel 1939 Otto incontra il presidente Roosevelt e diversi membri del Congresso americano ai quali assicura che l’Austria non è un paese alleato del Fuhrer ma una nazione occupata; nel 1940 Zita, insieme a tutti i suoi figli, al fratello Felix ed alla cognata la granduchessa del Lussemburgo, approda negli Stati Uniti e da quel momento non si stanca di perorare la causa austriaca. La ex imperatrice viene ricevuta da Roosevelt e dalla moglie Eleanor e poi parte per una serie di conferenze in lungo e in largo. Certo gli americani, nel cui immaginario una sovrana ha ben altro aspetto, abbigliamento ed allure, rimangono un po’ sconcertati da questa signora vestita di nero, ma lo stupore presto lascia il posto all’ammirazione ed alla stima. Zita, poliglotta fin fa quando era una bambina, è anche un’oratrice di tutto rispetto. Durante la guerra Ottone fa la spola fra l’Europa e gli Stati Uniti, mentre due dei suoi fratelli sono paracadutati in Tirolo e raggiungono le forze della Resistenza austriaca. E’ anche grazie all’incessante lavoro di “propaganda” degli Asburgo che l’Austria, nel momento della Liberazione, verrà considerata non un alleato della Germania nazista ma un paese aggredito. Le saranno quindi non solo risparmiate tutte le vessazioni imposte ai vinti, ma verrà inserita fra i beneficiari degli aiuti previsti nel piano Marshall. Ma poiché la gratitudine non è di questa terra, nel maggio del 1945 sono rimesse in vigore le leggi anti-Asburgo e tutti i discendenti della ex casa regnante vengono di nuovo espulsi. Zita è autorizzata a tornare solo nel 1982, ma il suo funerale nel 1989, a cui prendono parte migliaia di persone è quello di una imperatrice. E lo stesso sarà per quello del figlio il 16 luglio del 2011. Il funerale dell’arciduca Otto d’Asburgo sarà trasmesso in diretta dalla televisione austriaca, nel corso della veglia sono state recitate preghiere secondo la tradizione ebrea, mussulmana e cristiana. Altre foto nel sito ufficiale.

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Nel 1951 a Nancy, capitale dei duchi di Lorena, Otto sposa la principessa Regina di Sassonia-Meiningen

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Otto e Regina insieme ai 7 figli e ai nipoti

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Il matrimonio del figlio maggiore Karl con Francesca Thyssen-Bornemisza

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L’arciduca alla cerimonia di beatificazione del padre l’imperatore Carlo I

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Le spoglie mortali dell’arciduca accanto a quelle della moglie Regina che sarà sepolta con lui nella cripta dei Cappuccini dove riposano tutti gli Asburgo

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L’arciduca, nel suo ultimo viaggio dalla Baviera a Vienna, è stato salutato da migliaia di persone

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Il feretro dell’arciduca Otto nella cattedrale di Santo Stefano

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da sinistra Eilika moglie di Georg, il loro figlio Konstantin, Georg, Gloria, Eleonore, Francesca Thyssen, Ferdinand e Karl

Altre foto del funerale e del corteo qui, sono diverse pagine, scorrete in fondo e cliccate su next e anche sul sito Noblesses&Royautées.

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Georg e Karl d’Asburgo portano il cuore del padre nella abbazia di Pannonhalma in Ungheria

Erano presenti 

il re e la regina di Svezia, il Granduca del Lussemburgo, la infanta Cristina di Spagna, il principe Hans-Adam del Lichtenstein con la moglie Marie, re Michele di Romania e il nipote Nicolas, il principe Hassan di Giordania e la moglie Sarvath (fratello minore di re Hussein e quindi zio dell’attuale sovrano), re Simenone di Bulgaria, la principessa Astrid del Belgio (moglie di Lorenz d’Asburgo-Este, nipote di Otto), il margravio Max di Baden con la moglie Valerie, il principe Carlo Saverio di Borbone-Parma con la moglie, il fratello Giacomo di Borbone-Parma e la zia Maria Teresa di Borbone-Parma, don Duarte di Braganza, Georg-Frederick di Hohenzollern con la fidanzata Sophie von Isembourg, il duca Max in Baviera con la moglie, Marie Christine di Kent, il principe di Schaumbourg-Lippe. Leggo qua e là sul web che probabilmente c’erano anche Vittorio Emanuele di Savoia e l’infante don Carlos di Borbone-Sicilia duca di Calabria.

Qualche video della cerimonia

http://www.youtube.com/watch?v=slcJRqox1gI

http://www.youtube.com/watch?v=pMMhfR5i9wA

http://www.youtube.com/watch?v=meh4jV-O60Q&feature=related

AUSTRIA/HABSBURG

chiedo anticipatamente venia per la cattiveria, ma, escluso che Francesca d’Asburgo nata Thyssen possa non aver niente da mettere, perché mai si è infilata in un vestito lungo? 

PS me ne ero dimenticata, ma rimedio ora. Sull’ultimo numero di Focus Storia Biografie trovate un mio articolo… su una storia francese, tanto per non perdere di vista le mie passioni.

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