La marcia dell’arciduca Carlo

Georg_Decker_002Per scacciare definitivamente l’impressione che io sia una seria storica ed una stoica giornalista quotidianamente dedita alla ricerca di notizie reali o di cronaca (le prime per piacere, le seconde per dovere o meglio per mangiare) ho deciso, poiché questo è un sito, ma anche un blog, di scrivere un post un po’ personale nel quale vorrei raccontare di un’altra mia passione. Si tratta di un amore recente nella pratica, ma nella sostanza saldamente ancorato dentro di me dalla più tenera infanzia. La sottoscritta adora  il valzer ed in generale tutta la musica degli Strauss, padre, figlio e fratelli. Non credo di avere perso un concerto di Capodanno dal mitico e magico Musikverein di Vienna e quando ho avuto la fortuna di lavorare per una orchestra filarmonica (come addetto stampa, non so suonare neanche l’ocarina) e Strauss era nel programma seguivo persino le prove. Avrei dato non so cosa per ballare valzer, polka, mazurca e via dicendo, ma quelle tradizionali dell’800 non le elaborazioni fantasiose del folk romagnolo, magari indossando una larghissima e fluttuante gonna con i cerchi. Un sogno che pensavo non si sarebbe mai realizzato fino al momento in cui è rientrata a viva forza nella mia vita (veramente non ne era mai uscita, ma ci vedevamo di rado) una carissima ex compagna di liceo, la quale ha pensato bene di aprire ad Ancona un circolo della Società di Danza, una associazione culturale il cui scopo, sin dal 1991, è lo studio e la pratica delle danze di società del XIX secolo. In particolare la Società di Danza, attraverso ricostruisce un “sistema di danza” basato sulla tradizioni europee e diffonderlo organizzando corsi, feste, grandi balli,seminari e progetti vari in Italia ed Europa.

Che c’entra tutto questo con il sito Altezza Reale? Be’ a parte il fatto che la sottoscritta danza come una forsennata infilata dentro ad uno stupendo abito a crinolina blu notte e sabato sarà di nuovo impegnata, fra l’altro, nella quadriglia I Lanceri, si dà il caso che moltissimi brani musicali siano legati a fatti o personaggi reali. Così tanto per citarne qualcuno mi vengono in mente il Kaiservalzer (qui diretto da George Prêtre nel Concerto di Capodanno 2008), maestoso come una sinfonia che Johann Strauss jr nel 1890 dedica all’imperatore Francesco Giuseppe, il valzer del principe Rodolfo, un brano che porta il nome di quello che per 30 anni è stato erede del trono austro-ungarico, ma è ricordato solo per la sua tragica fine, in circostanze mai del tutto chiarite, nel casino di caccia di Mayerling. Ma un pezzo che ricorre spesso nei programmi delle feste e dei gran balli della Società di Danza è la bella marcia dell’arciduca Carlo. Il nome nella mia mente diceva qualcosa, ma devo confessare che in un primo tempo ho fatto fatica a mettere a fuoco il personaggio anche perché l’albergo genealogico degli Asburgo è un pigia pigia di arciduchi, che si sono quasi tutti riprodotti come conigli ed hanno manifestato la fastidiosa tendenza ad utilizzare sempre gli stesso nomi.

478px-Johann_Peter_Krafft_003Da un punto di vista strettamente austriaco, Carlo l’onore di una marcia se l’è meritato davvero. Lui, il severo signore che appare qui sopra, terzo figlio dell’imperatore Leopoldo II, quindi nipote dell’imperatrice Maria Teresa (per dare un’idea dell’epoca, Maria Antonietta era sua zia), fratello (ahimè, quello intelligente e sveglio ma il diritto di primogenitura trascura questo particolare) dell’imperatore Francesco II, è stato l’unico capace di tenere testa al Napoleone dei tempi d’oro. Carlo d’Asburgo-Teschen (1771-1847) nasce a Firenze, visto che il padre all’epoca era “solo” Granduca di Toscana, e a causa delle crisi epilettiche viene inizialmente destinato alla carriera ecclesiastica, ma fin da ragazzo la sua passione è la vita militare. Alla morte dei genitori (l’illuminato e progressista imperatore Leopoldo II muore prematuramente nel 1792) Carlo viene adottato dalla zia arciduchessa Maria Cristina e dal di lei maritoAlberto di Sassonia-Teschen; i due non hanno figli, e non solo lo rendono erede del loro immenso patrimonio, fra cui il celebre palazzo di Vienna, ma sostengono e favoriscono le sue inclinazioni. Il 18 marzo 1793 il giovane arciduca partecipa alla battaglia di Neerwinden, il 10 maggio dello stesso anno viene sconfitto dal generale francese Moreau a Ettlinge ed il 14 luglio a Radstadt. Nel periodo 1793/1794 è governatore generale per l’Austria e dei Paesi Bassi e dal 1796 al 1800 comandante in capo delle armate dell’esercito austriaco in Germania, in Svizzera e nel Nord Italia. Il 19 settembre 1796 sconfigge ad Altenkirken il generale francese Jourdan, costringendolo a riattraversare il Reno. Dal 1801 al 1809 presiede il Consiglio Aulico (consiglio di guerra della corte asburgica) e avvia significative riforme dell’esercito imperiale che riorganizza facendone uno strumento molto efficiente. Subito dopo la battaglia di Austerliz (1805) il fratello imperatore lo nomina Generalissimo, ma all’epoca della quinta coalizione è decisamente contrario all’entrata in guerra dell’Austria, che non ritiene preparata militarmente ad affrontare di nuovo l’Imperatore. L’arciduca, che viene definito “capo del partito della pace” ma non riesce però a dissuadere il fratello e così si trova al comando dell’offensiva contro i francesi il 9 aprile 1809. Carlo ad ogni modo si copre di gloria sconfiggendo Napoleone ad Aspern-Essling, subisce la disfatta di Wagram (5-6 luglio 1809) ed il 12 luglio ottiene l’armistizio. Sei giorni dopo l’imperatore Francesco lo rimuove dai vertici dell’esercito. Amatissimo dai suoi soldati, capace di trascinare le truppe, ottimo scrittore di cose militari, l’arciduca ha il problema, non da poco, di essere brillante in una famiglia il cui capo è mediocre. E’ avversario sul campo di generali come Jourdan e Massena che lo temono, ma nello stesso tempo lo stimano, i viennesi lo adorano e ne fanno il loro idolo anche per via della franchezza e delle idee democratiche, eppure più cresce la sua fama, più aumenta la gelosia del fratello imperatore. Così la vita e la carriera dell’arciduca generale vanno avanti fra alti e bassi; pregato e supplicato di riprendere il comando dell’esercito appena lo spauracchio Napoleone si avvicina, Carlo viene messo da parte, calunniato e guardato con diffidenza in tempo di pace. Quando accade la storia si ripete ancora una volta dopo Wagram l’arciduca, unico generale di valore in un periodo particolarmente difficile, decide di ritirarsi a vita privata per dedicarsi ai suoi studi; qualche anno dopo si sposa con una principessa di Nassau con la quale ha una sfilza di eredi. E siccome la genetica è una scienza quasi esatta i suoi figli maschi sono tutti valorosi soldati e uno di loro, l’arciduca Alberto, è vincitore degli italiani nella battaglia di Custoza. Carlo di Asburgo-Teschen è anche bisnonno del re di Spagna Alfonso XIII a sua volta nonno dell’attuale re Juan Carlos, e bisnonno di quell’arciduca Francesco Ferdinando assassinato a Sarajevo.

Questo post un po’ insolito (i militari lo ammetto non sono una mia specialità) è dovuto all’influenza che mi ha atterrata per qualche giorno e mi ha tolto la voglia di grandi studi ed approfondite ricerche. Quanto alla danza vorrei con l’occasione ringraziare il nostro prof. Roberto Lodi, il quale insegna le quadriglie con la stessa passione della matematica (sarebbe questa la sua professione vera) e la mia carissima amica Paola Pennacchietti che è una forza della natura ed una organizzatrice nata. Infine un pensiero di gratitudine alla mia metà, Stefano, che per farmi piacere balla con entusiasmo e veste il frack con molta non chalance. Se ci volete vedere siamo qui.  Se volete invece ascoltare ancora una volta la marcia più bella di tutte, la più amata, la più nota andate qui.

circoloufficiali

Ed eccoci qua sabato 13 marzo al circolo ufficiali della Marina Militare di Ancona, quasi alla fine di una serata che è stata divertente e molto coinvolgente per tutti i presenti. Non perdete tempo a cercarmi, non ci sono, stavo scattando la foto.

 

 

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